Domani forse avrò
ancora i miei pugni in tasca che sudano miseria
Ma …
Per te che come aratro dalle lacrime ti fai solcare il viso
… che estrai dal tuo cappello un seme di saggezza
e poi lo pianti
… che seduta a cavallo di un muretto stracci l’anima
però ci fai coriandoli
… che fai l’equilibrista e sorridi
sul bordo del marciapiede
… che ti appoggi sulle mie spalle per farti guidare
ma ci vedi più degli altri
… che pensi che tutto ti spetta
ma che niente ti appartiene
… che con la tua faccia da cane bastonato
cerchi una mano che ti accarezzi ancora
… che dici il coraggio mio dov’è ?
e lo hai sempre avuto accanto
… che senza più la luce del tuo sorriso
vai per strade buie e poi inciampi
… che ti dondoli in cerca di un entrata
ma devi solo uscire
… che in questa notte che non è d’inverno
ma che ti porta la neve nel cuore
… che mi scappi
ma sei pur sempre poesia
Per te che puoi darmi solo un pezzo di pane è un po’ di vino
per un po’ almeno sarò cantastorie
e che cantastorie ,caro che sogna e pulsa in ogni suo lemma..la poesia è donna ,uomo ,sentimento ,amore che sovrasta nelle tue parole.Splendida!Grazie Pier.Tinti
Beh, credo che Pier non abbia bisogno di suggerimenti, anzi è lui che li può dare, come in questa storia di carezze inciampi equilibri con un po’ di pane e vino.
‘plimenti, ciaosandren
è più di un omaggio all’amore e alla persona amata,è più di quanto si possa desiderare nell’essere amati.
Bravo dolce Pier,
maria
“… che in questa notte che non è d’inverno
ma che ti porta la neve nel cuore
… che mi scappi
ma sei pur sempre poesia”
Colpiscono al cuore i tuoi versi caro Pierluigi e li sento sciogliersi in rivoli di nostalgia e di dolente sentimento. Tutto in fondo è poesia anche il cuore di un uomo che ama e che continua a vivere e a sperare.
Un saluto affettuoso.
Roberta