da dove nasce l’indifferenza
o l’apatia delle persone?
nei circuiti viziosi di spazi
gelosi di non condivisione.
sospensione di tristezze e affanni
in uno stand/by
circonciso da ombre
irrisolvibili eppur miti
e cronicizzate.
crescite irrisolte nel tempo
in cui giovane diventi
(per testardaggine) martire di te stessa:
ti affidi al vuoto d’un angolo ancora caldo
da prosciugare di fioriture meste ;
venando risoluzioni oblique
[scomode]
ti stiri in abiti geniali di penosa illusione
eppur torchiata di appartenere
ad un genere che di “contatti” vuole
ancora imparare molto.
“Come stai?”
“Bene.”
“Rientrata, si?”
“Si. Ti disturbo?”
“No. Sto preparando il pasto.”
“Ok.”
E’ sbucciare in queste parole
il delirio del rapporto
perché l’indifferenza
è nel tono d’una voce
che non vuole ascoltare
(ha le risposte pronte).
No.
E’ nella deflagrazione
dello scoprire
sempre
con stupore
che l’egoismo è figlia
d’una educazione venale
[quando racconti quel posto
che non esiste più
___perché la morte l’ha portata via___].
non per questo da giustificare
se il primo passo
appartiene ormai
ad un indelebile trapasso.
Dialogo trapassato

The URI to TrackBack this entry is: https://cantierepoesia.wordpress.com/2012/06/29/dialogo-trapassato/trackback/
Sì, cara Glò, il delirio del rapporto è la normalità,
le cose dette senza pensare, come un automa.
Un’educazione venale genera l’egoismo…
Oh, quanto hai ragione! Un abbraccio, Paolo.
Condivido. Molto bella.
Graziella
Un dialogo che non ha colore, parole praticamente vuote.
Quanto sono vere le tue parole
Molto bella e veritiera
Patrizia
Davvero unica e vera.Tinti
Il dramma dell’indifferenza che nasce dall’egoismo e dal disinteresse per l’altro. Il tono di una voce che allontana e non vuole ascoltare. E la pena per questa solitudine, quella che si vive in compagnia fisica ma non spirituale. Poesia dolentissima, che dice di malessere esistenziale, detta con bravura da una sensibilissima anima. Complimenti vivissimi Glò. Piero