Pasqua armena

Non fu di fiele abbeverato? Il petto
non gli squarciò l’ignobile scherano?
Non fu percosso, irriso, e un’empia mano
non lo inchiodò sul legno maledetto?
Pur, quale mai più glorioso e forte
risorgere, se ancor tuona la voce
dell’Osanna, e dovunque apre una croce
le braccia, dall’idea vinta é la morte?
Armenia, ed anche a te squarciato il seno
vedo dai nuovi farisei. Raccolto
hanno il fango a scagliartelo sul volto;
per dissetarti apprestano il veleno.
Ma se l’insazïata orda ferina
sulle tue membra flagellate e grame
oggi rinnova la tortura infame
del Golgota, la tua Pasqua è vicina.

VITTORIA AGANOOR POMPILJ

Published in: on novembre 27, 2013 at 07:42  Comments (4)  

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4 commentiLascia un commento

  1. Grandissima lirica!tinti

  2. Grande poesia, grandissima!!!
    Patrizia

  3. Sì, Armenia la tua Pasqua sarà vicina…
    Amore, sofferenza, augurio, speranza per la cara Armenia!

    Bravissima!

    ggc

  4. Bella e intensa! Piera


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