Io sono dei piovaschi e delle siepi
e delle erbe chinate dalla pioggia
e della chiara canzone che non gorgheggia,
del desiderio che sta chiuso in lei.
Di chi sono?
Io sono di ogni piccola cosa smussata
che mai spigoli ha conosciuto,
dei piccoli animali che reclinano la testa,
sono della nuvola quando è straziata.
Di chi sono?
Io sono del timore che mi ha tenuto
con le sue trasparenti dita,
del coniglietto che in un giardino in penombra
esercita il suo fiuto.
Di chi sono?
Io sono dell’inverno ostile ai frutti
e della morte, se il tempo lo chieda,
io sono dell’amore, di cui sbaglio la porta,
al posto di una mela ai vermi lasciato in preda.
JIŘÍ ORTEN
..io sono dell’inverno ostile ai frutti ,così mi sento…grazie.tinti
Io sono dell’amore, di cui sbaglio la porta…
Mi ci ritrovo completamente in queste parole.
Bellissima! Patrizia
Bellissima poesia, autore a me sconosciuto… Urge correre ai ripari! A me, internet, in attesa della carta frusciante…