Vengo da un posto di case e di nebbie
dove d’estate ti sudano le vene
e il cuore ha solo quello da fare.
Da dove vengo mancano i profili a sera
neri sul rosa, le montagne a colori.
Vengo da una città di fermate di bus
parcheggi e negozi del centro
per noi – che si va solo all’ipercoop.
Sto nella città più amata e che odio
per i diecimila giorni di prigionia
nelle stanze di un ufficio.
Rimango ancora in questo posto a chiedermi
– a quest’ora di mattina –
come sarebbe scivolare senza memoria
nel salato umore freddo
e farsi penetrare dall’immensità del mare
senza neppure avere un corpo.
Anna Zucchini
Bello questo tuo inno alla libertà, sia fisica che ascetica! È vero ciò che tu dici cara Anna, è bello sentirsi un tutt’uno con la natura, che sia mare, campagna o monti, e in quei momenti d’alba o di tramonto sentire la propria anima a suo agio e libera.
Mi è piaciuta tantissimo questa tua!
Alberto B.
Trapela un forte desiderio di uscire dalla monotonia della routine quotidiana, una bella riflessione sulla nostra vita e come dice Alberto è un deciso inno alla libertà. Complimenti Anna, grazie della condivisione, un caro saluto. Roiberta
Anna sei stupenda, gli ultimi versi sono da incorniciare.
Giuseppe