In fin dei conti

EN RESUMIDAS CUENTAS

¿En dónde está lo que pasó
y qué se hizo de tanta gente?

A medida que avanza el tiempo
vamos haciendo más desconocidos.

De los amores no quedó
ni una señal en la arboleda.

Y los amigos siempre se van.
Son viajeros en los andenes.

Aunque uno existe para lo demás
(sin ellos es inexistente),

tan sólo cuenta con la soledad
para contarle todo y sacar cuentas.

§

 

Dov’è finito ciò che accadde
e che fine ha fatto tanta gente?

Via via che passa il tempo
ci facciamo più sconosciuti.

Degli amori non è rimasto
nemmeno un segno tra gli alberi.

E gli amici se ne vanno sempre.
Sono viaggiatori sui binari.

Anche se uno esiste per gli altri
(senza di loro è inesistente),

conta soltanto la solitudine
per dirle tutto e fare i conti.

 

JOSÉ EMILIO PACHECO

Published in: on novembre 14, 2018 at 07:48  Comments (1)  

Pensieri rigati di pioggia

Pensieri lunghi
rigati di pioggia
sui vetri grigi
d’un cielo senza storia.

Mari di grano calpestati
di sangue
si agitano nel vento
lasciando di notte
le ossa alle stelle.

Sentieri senza più tracce
si snodano come viandanti
sulle colline.

Nei cori francigeni
intagliati nei tronchi
risuonano echi
di sandali fangosi.

La storia non è mai sazia,
ingoia tutto e tutto dimentica.

Lorenzo Poggi

Published in: on novembre 14, 2018 at 07:29  Comments (2)  

Veglia

Ditemi ora, cos’è questa fiamma
che mi arde in petto che consuma
la mia energia confondendo in me
speranze e desideri
E queste ali che battono
intorno al mio nido
nei lunghi silenzi della notte
Io veglio e vigilo
non so perchè ne per cosa
restando a meditare
su pensieri che non comprendo
e possedendo ciò
che non ho mai avuto
Finchè l’alba irromperà
inondando di luce la mia casa
ed è allora che dormirò
mentre tra le mie secche
palpebre tremolano ancora
le ombre della mia veglia.

Marcello Plavier

Published in: on novembre 14, 2018 at 07:10  Comments (1)  

Le trappole del tempo

Intatta, e bruna
come la Storia nei libri presi a nolo
che tanto dell’odore di mani altrui trasuda.
Intatta e quasi vergine agli occhi
nuda e oscura, di schiena
come i boschi della mia infanzia, e i ponti
marciti di carretti e canali tumultuosi.
Tra il fascio dei capelli e le trappole del tempo
c’è una ragazza d’ossa e peluria, una bambina
da Prima Comunione vestita, antica sposa.
Tra il fascio dei capelli e le spalle, l’arte pura
di tanta solitudine ai seni, il lustro marmo
da cui Pietà qualcuno capace fece parto.
Tra il fascio di capelli e il suo inguine
c’è un uomo, dipinto mentre beve la donna
mentre tace, e coglie le sue mele di vetro.
C’è un uccello
un passero del mare col becco giallo sale.
Tra il fascio di capelli e i suoi piedi
un nido azzurro,
un vincolo di vene chiamato Sant’Uffizio.
Un piccolo panetto di neve in una mano
la mano mia bambina che viene rossa, e sua.

Massimo Botturi

Published in: on novembre 14, 2018 at 07:05  Comments (2)