Ci accoglie un paio d’occhi a mandorla
in quel bar, fuori l’ospedale,
con la primavera che ha fiorito i tigli
lungo il viale e l’ombra profumata
cancella il grigio delle cose bianche.
Sul tavolino incontriamo le mani,
due piccoli calici e i tuoi occhi verdi
e penso a quanto tempo ci hai messo
a ricamare quelle rughe, a farle brillare
mentre racconti le cose di sempre
come se fosse appena ieri l’estate,
il riso alto che odora degli anni migliori
le gambe svelte tra un giro di valzer
e l’ultima poppata, cinque volte madre,
le mani a cucire e ricucire, sempre
per tenere insieme i pezzi di una vita.
astrofelia franca donà