Ho tessuto reti d’attesa
e come una Penelope inginocchiata,
ho reso folle la mia tela
con ricami stretti e nodi,
punti fermi come approdi.
Ho atteso che il tramonto oltre le dune
mi desse refrigerio sulle spalle
e che la Luna, quando occhieggia appena,
avesse avviluppato di pallore la mia schiena.
Ho respirato polline di fondale
quando il vento si ergeva tra le dune
e l’ondeggio a spirale del meriggio,
sembrava intonare un desolato arpeggio.
Salate lacrime corrosero lo scoglio.
Divennero mestizia sulle gote,
dove l’impeto del mare uggioso e nero
sbatteva l’infinito del coraggioso remo
che non sapeva più dare rotta alcuna,
al pensiero logoro e maldestro.
Ho tessuto reti d’attesa
mentre le orme del mio solerte andare
lasciavano impronte, passi veloci da cancellare.
-volevo solo smarrire scaglie di conchiglie-
Manuela Magi