La città della lontananza

Ad occhi chiusi, come non mai,
questa sera rivedo la città della lontananza,
è la città del lungomare senza confini
e dai vicoli intriganti su antica scacchiera,
è la città che si ammassa dietro il velo dell’oblìo.
E, per un istante che dura un’eternità,
si affacciano alla memoria antiche melodie
e giunge di un pianino nella notte.
E’ la città stellata dell’infanzia e dei sogni
che copre il volto del dolore
delle cose che resistono alle stagioni
e a questa vita che più non riconosco,
vita vissuta lontano da te
tra le paludi dell’angoscia,
apparentemente ciascuna per proprio conto.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on novembre 11, 2015 at 07:22  Comments (2)  

Quel futuro nell’alveo del fiume

Nel gelo di gennaio,
il sole illumina tutta la via,
ne rischiara ogni angolo,
ma non lo riscalda.
Tutto resta inerte nel freddo dell’inverno,
sembra assistere all’epifania di un vecchio amore,
ormai stretto in pugno,
amore sbigottito per il gelo dei nostri cuori.
Nell’incessante silenzio,
l’occhio intreccia passato e presente nelle buie diramazioni del sogno,
il futuro è residuo fluente
nell’alveo del fiume
che attraversa la città di provincia.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on novembre 2, 2015 at 07:13  Comments (2)  

Abitavo al “Purgatorio”

Il sole che ora scioglie le nevi
è lo stesso che mi riscaldava
quando correvo e saltavo
tra le aiuole ai piedi dei casermoni di periferia.
Quella vecchia periferia aveva nome “Purgatorio”
ed io, incurante del profetico nome
pettinavo bambole di porcellana
Tra un addio e l’altro
è scesa la sera sul mio viso,
tra un inganno e l’altro si scioglie la neve,
sotto la sua coltre germinano i ricordi
e, come unica eredità, assaporo l’essenza delle radici
della Terra del Sud,
dove la morte può avere bare di seconda mano.
E, come le rondini tornano puntuali
in nuova primavera,
così torna memoria di quel Purgatorio
abbandonato troppo in fretta,
nella precarietà dell’esistenza.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on ottobre 24, 2015 at 07:08  Comments (3)  

L’ultima illusione

Ovunque io vada
porto con me questo mio volto scavato
dal dolore dell’ingiustizia e da quello della solitudine,
per avere il volto di madre.
Nei miei occhi i fantasmi
della prigione di un deserto
e quelli della neve
che, copiosamente, cade
e rende felpata anche l’ironia.
Forse, tra non molto, morirò anch’io,
uccisa da quel dolore
lanciato contro il vento
e che il vento mi riporta.
Lasciatemi l’illusione di un cielo ritrovato,
l’ascolto di ore più lievi.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on ottobre 15, 2015 at 07:03  Lascia un commento  

Un vecchio paesaggio

Riprendo la vecchia strada,
rivedo le case disordinate
di un mondo con le porte di essenza
ed io …. mai più la stessa.
Rivedo il ciglio sempre uguale
dalle zolle assetate
e tutta quella gente dalla lenta andatura
che andava ripetendo con gesti colorati
lezioni di vita.
Ed io ….. così diversa.
La solita fermata,
quasi monumento di questo paesaggio,
messa lì ad indicare un’andata o un ritorno
verso il mistero della vita che passa.
Eppure in alto la stessa luna,
la stessa…. quella di tanti anni fa
sale per l’arco del cielo.
Con atto fiero e muto
fa dileguare ogni ragione, ogni farsa.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on ottobre 6, 2015 at 06:53  Comments (2)  

Tra i vicoli intriganti…la vita

La strada assolata del lungomare
e il salmastro odore che si spande nell’aria,
in queste prime ore del pomeriggio,
sono cadute tra le ossa del dolore
sino ad esistere ormai solo come sogno.
E, mentre il sogno segue il suo viaggio,
ascolto l’alito del vento che sconfina tra spazi infiniti.
Assente ogni altra voce
nella vita rimasta stesa nei panni freschi di bucato,
tra i vicoli intriganti.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on settembre 27, 2015 at 07:47  Comments (1)  

Un amore tra le conchiglie

Come uno sparo
nascesti nella parte segreta del bosco.
Dal tunnel dell’amore,
con occhi avidi, cercavo la tua cuna,
tra le tante poste aldilà del vetro.
Ma non bastava.
Ancora oggi,
non mi basta guardarti da quel tunnel
che si erge a muro tra quest’amore
mio per te
e tuo per me
che, per troppo sgomento,
richiudiamo tra valve di conchiglie
abbandonate in fondo al mare.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on settembre 18, 2015 at 07:44  Comments (3)  

La linfa degli errori

Custodisco nel silenzio del cuore
tutto le parole taciute.
Parlano di solitudine,
delle tue parole cancellate,
dei tuoi gesti sottratti al quotidiano.
Ora tento solo di decifrare il tuo sguardo
per modulare il mio dire al tuo
e ritrovarti nel deserto dei tuoi giorni.
Traggo linfa dai miei errori
e, su nuova soglia,
tento di lasciarti un senso della vita,
nella ricerca della verità.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on settembre 9, 2015 at 07:42  Comments (4)  

La fiera memoria

Tentavi di parlarmi con tono pacato e voce tremante
per quella impotenza che ti vietava
di parlare senza far male.
Intorno nebbia densa che premeva nei tuoi occhi,
valanga pronta a irrompere.
E così siamo rimasti legati ad un mondo ignoto
dove è possibile accettare la verità con gioia
senza soppesarla per farne una colpa.
L’immensità del futuro
ora riflette una palese stanchezza
che piega le spalle e butta allo sbaraglio.
E la memoria torna
perchè nulla si può scacciare da essa:
nulla potrà distogliervi
ciò che ormai è impresso.
Memoria fiera
che sgrava da pensieri grevi.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on agosto 31, 2015 at 07:32  Comments (5)  

Tra il prima e il dopo

C’è qualcosa prima di noi,
lo stesso mistero che muove la foglia
prima del vento.
Certo c’è qualcosa prima
che si ricongiunge al dopo,
assenza infinita
che non ci è concesso di capire.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on luglio 13, 2015 at 07:40  Lascia un commento