Sorgeva l’alba ed attraverso
il ciel di madreperla, lenta
una nuvola saliva. Nella serenità
di quel mattino splendeva il cielo
ed ogni fiore auliva e come bianca perla
sopra petali e foglie ancor tremava
in ogni stilla la rugiada. Dolce mese
dei fior, tiepido Maggio, con i tuoi olezzi
erranti, i tuoi profondi tripudi di colori
nelle aiuole … e forse solo azzurri
in altri mondi. Ecco: squarciando
il velo estremo, un raggio scende
dritto sopra fiori, al sole esultando
le viole. Sorridono i gigli al consueto
dolce amico loro, sotto la pioggia
d’oro, alzando lenti mormorii e bisbigli.
Sognavo. Vedevo un’agile persona
andare per i fulgidi sentieri. Incognita
signora, tutta cinta di Luci di Pensieri,
come una fata sospiratabuona.
Che Ella sia l’Aurora onde il mondo
s’indora, rivestita di rose, scesa
dal cielo sull’ala pia d’un raggio
a ghirlandare il Maggio di splendori
e profonder d’amor tutte le cose?
Era un sogno di luce, già sognato,
un pensiero scendeva dentro il cuore,
un pensiero dolcissimo soave
dalle mie labbra appena mormorato.
Ella intese completo il mio tremore
quando caduto prono ai suoi ginocchi
le chiesi: M’ami anch’ora che sei morta?
Intorno a noi tremavan tutti i rami
quand’Ella mi rispose: «Sì», con gli occhi…
Erano glauchi i mistici giacinti,
i geràni vermigli. Parean tra lor
più fortemente avvinti edere tristi
ad esili ciclami, le gardenie ed i gigli
avevano bisbigli; assieme alle verbene
vaniglie e gelsomino alzavan nel mattino
cantilene d’amor dolci e serene …
Paolo Santangelo