
Vita


Qui è troppo fermo


Il cotone dei pioppi
Ho visto il cotone
dei pioppi
coprire le strade fredde;
tra le braccia al cielo
vi erano nidi di suppliche,
che i pargoli
ti scrivevano una sete
nuova.
Sembrava che le pozzanghere
avessero un mantello
di catrame
poi, poche gocce di cielo
diedero il canto
agli acquerelli,
che i rimorsi, sul foglio,
s’erano stinti
e m’abbracciai, silente
fin dove il perdono
mi rapisse.
Stefano Lovecchio

Si nasce ciechi
Le foglie grinze,
quel forte odore d’azzurro
masticato in silenzio
nell’alba del morire.
Si nasce ciechi
eppur sappiamo già
i capezzoli dell’immenso.
E ci si insegna, poi,
a dimenticarsi l’un l’altro
appena il chiodo sfiora il legno.
Quale musica se non che il tedio
vestito a festa
spesso troviamo indenne
tra le righe passe ?!
Se sarò amico
non ditelo alle finestre,
fatene unguento per i feriti dall’ovvio,
per le colombe storpie,
i passeri a cui strappiamo
le ali.
Stefano Lovecchio

Io, gli arcobaleni

i miei occhi chiusi;
ma portati le preghiere
dai nodi fini
per contare le bufere
d’indaco.
è un oceano senza
zavorre
ma entra solo chi sa
morire
per un sorriso in più;
il mio selciato
è fatto di respiri levigati.
li ho seminati tra le zolle
più nere,
io gli arcobaleni
li raccolgo tra abisso
e abisso.
eppure,
ho scritto favole,
ma non so la pagina
dell’io

Il bacio

è due ruscelli
che scrivono il fiume. .
Il maggio e l’inverno,
il legno ed i petali
e il grembo e le cime
e le valli
e i nodi soli …
Tutto si spoglia
e la vergogna muore
e ci si veste
e ci si gioia,
d’un solo profumo. .
Gli sguardi
hanno un respiro solo
e ci si porta l’attesa
a fiorir sulle labbra.
Quell’umido d’alba
di fuoco e di vita
non piu le nostre labbra :
le parole hanno brividi a pelle
il sole si forma
gli occhi perdono il nulla.
Stefano Lovecchio

Noi siamo briciole

Stefano Lovecchio

Venti di me

Stefano Lovecchio

Lasciatemi

Stefano Lovecchio

Risalire il cielo

Stefano Lovecchio
