Che cosa è Dio?

Nell’ora che nel bruno firmamento
comincia un tremolio
di punti d’oro, d’atomi d’argento,
guardo e domando: – Dite, o luci belle,
ditemi, cosa è Dio?
“Ordine”, mi rispondono le stelle.

Quando all’april la valle, il monte, il prato,
i margini del rio,
ogni campo dai fiori è festeggiato,
guardo e domando: – Dite, o bei colori,
ditemi, cosa è Dio?
“Bellezza”, mi rispondono quei fiori.

Quando il tuo sguardo innanzi a me scintilla,
amabilmente pio,
io chiedo al lume della tua pupilla:
Dimmi, se il sai, bel messagger del core,
dimmi, che cosa è Dio?
E la pupilla mi risponde: “Amore!”

ALEARDO ALEARDI

Published in: on giugno 13, 2021 at 07:24  Lascia un commento  

La campagna romana

Un ciel di foco, un suolo di gramigna, 
un fiato d’aura immonda. 
Di quando in quando alcuni archi travolti 
d’acquedotti senza onda: 
qualche logora tomba
senza sepolti: uniche ombrie su prati
infecondi, pelati;
un filo di torrente
che striscia fra i giuncheti, e non si sente,
ove attorta, sui ponti, la ribalda
vipera al sol si scalda.
Qualche buffala immota
lorda di mota con la testa bassa 
musando guarda il vìator che passa. 
Un branco di selvatici cavalli 
galloppando pei calli 
arsi, solleva a nuvole la sacra 
polve di venti popoli; la polve 
più illustre de la terra. 
Ecco i pascoli pingui e le tiorite 
aiuole di Virgilio, ecco i giardini 
dei superbi Latini!

ALEARDO ALEARDI

Published in: on aprile 24, 2021 at 06:54  Lascia un commento  

L’aurora boreale del 25 ottobre 1870

Luce di sangue pel notturno cielo
Splende da raggi lividi ricorsa,
Languono incerti sotto il roseo velo
I sette soli della gelid’orsa.

Forse laggiù nell’etere profondo
Dietro la terra, ove occhio non arriva
S’agita in fiamme un condannato mondo,
Che dell’Eterno il fulmine colpiva

E si riflette colassù. La gente
Si affaccia a le finestre, apre le porte,
Discinta accorre, attonita, temente
Il prodigio a mirar giù ne la corte.

L’avolo annoso in mezzo a la famiglia,
Caccia le mani ne la scarsa chioma,
Ed in aria profetica bisbiglia
Non so che di Pontefice e di Roma.

Ombra di qualche antico Augure sorgi
Dall’Ipogeo del tuo funereo colle
Osserva il Polo, di’ quello che scorgi
E il ver dichiara a questo vulgo folle.

Una gran voce favellò dal monte
E più corrusco il firmamento apparve:
“La podestà sacerdotal, bifronte,
» Che tenne l’alme in tenebre, disparve

» Per non più ritornar. Quella è l’aurora
» D’un secol novo, intelligente e pio.
» L’Italia à spento il Vaticano, ed ora
» Là ne fan festa gli angioli di Dio.”

ALEARDO ALEARDI

Published in: on gennaio 29, 2016 at 07:04  Comments (1)  

Corradino di Svevia

Un giovinetto
Pallido, e bello, con la chioma d’oro,
Con la pupilla del color del mare,
Con un viso gentil da sventurato,
Toccò la sponda dopo il lungo e mesto
Remigar de la fuga. Avea la sveva
Stella d’argento sul cimiero azzurro,
Avea l’aquila sveva in sul mantello;
E quantunque affidar non lo dovesse,
Corradino di Svevia era il suo nome.
Il nipote a’ superbi imperatori
Perseguito venia limosinando
Una sola di sonno ora quïeta.
E qui nel sonno ei fu tradito; e quivi
Per quanto affaticato occhio si posi,
Non trova mai da quella notte il sonno.
La più bella città de le marine
Vide fremendo fluttuar un velo
Funereo su la piazza: e una bipenne
Calar sul ceppo, ove posava un capo
Con la pupilla del color del mare,
Pallido, altero, e con la chioma d’oro.
E vide un guanto trasvolar dal palco
Sulla livida folla; e non fu scorto
Chi ‘l raccogliesse. Ma nel dì segnato
Che da le torri sicule tonâro
Come Arcangeli i Vespri; ei fu veduto
Allor quel guanto, quasi mano viva,
Ghermir la fune che sonò l’appello
Dei beffardi Angioíni innanzi a Dio.
Come dilegua una cadente stella,
Mutò zona lo svevo astro e disparve.
E gemendo l’avita aquila volse
Per morire al natío Reno le piume;
Ma sul Reno natío era un castello,
E sul freddo verone era una madre,
Che lagrimava nell’attesa amara:
“Nobile augello che volando vai,
Se vieni da la dolce itala terra,
Dimmi, ài veduto il figlio mio?” – “Lo vidi;
Era biondo, era bianco, era bëato,
Sotto l’arco d’un tempio era sepolto.”

ALEARDO ALEARDI

Published in: on aprile 24, 2013 at 07:41  Comments (4)