Che t’importa del mio nome?

Che t’importa del mio nome?
Esso morirà, come il triste rumore
Dell’onda, che batte contro una lontana riva,
Come un suono notturno in un profondo bosco.

Esso sul foglietto di un album
Lascerà una morta traccia, simile
Al ricamo di una iscrizione tombale
In una lingua sconosciuta.

Che c’è in questo nome? Da tempo dimenticato
Nelle agitazioni nuove e ribelli,
Alla tua anima esso non darà
Puri, teneri ricordi.

Ma nel giorno della tristezza, nella quiete,
Pronuncialo con nostalgia;
Di’: c’è una memoria di me,
C’è al mondo un cuore nel quale vivo…

ALEKSANDR SERGEEVIČ PUŠKIN

Published in: on giugno 1, 2019 at 07:24  Lascia un commento  

L’uva

Non starò a rimpiangere le rose
Appassite a una lieve primavera;
Mi è cara anche l’uva sui tralci
A filari maturata su un pendìo.
Bellezza della mia fertile valle,
Gioia d’autunno dorato,
Affusolato e diafano,
Come le dita di una tenera fanciulla.

ALEKSANDR SERGEEVIČ PUŠKIN

Published in: on ottobre 8, 2018 at 07:17  Lascia un commento  

Quando tra le mie braccia

Quando tra le mie braccia
Io stringo il tuo corpo armonioso,
E teneri discorsi d’amore
Nell’estasi io ti prodigo,
Silenziosa, dalla stretta delle braccia
Liberando il tuo corpo flessuoso
Tu mi rispondi, amica cara,
Con un incredulo sorriso;
Bene serbavi nella memoria
Le tristi tradizioni dei tradimenti,
Così senza partecipazione e attenzione
Malinconicamente mi ascolti…
Maledico le perfide fatiche
Della mia criminosa giovinezza
E le attese di incontri convenuti
Nei giardini, nel silenzio delle notti.
Maledico il sussurro d’amore delle parole,
La melodia misteriosa dei versi,
E le carezze delle sventate fanciulle,
E le loro lacrime, e il tardo rimorso

ALEKSANDR SERGEEVIČ PUŠKIN

Published in: on febbraio 24, 2018 at 07:35  Comments (1)  

La stella della sera

Si dirada volando la nuvola leggera.
Malinconica stella, o stella della sera!
Inargenta il tuo raggio le squallide pianure,
il golfo sonnolento e le montagne scure.
Amo il tuo fioco lume nell’aria trasparente;
esso ha in me risvegliato un pensiero dormente:
ricordo il tuo tramonto, o astro prediletto,
sovra un dolce paese sempre caro al mio affetto,
dove nelle vallate s’alzano i pioppi fieri,
dove dormono i mirti ed i cipressi neri,
ed i tiepidi flutti sussurrano soavi.
In quei monti col cuore pieno di sogni gravi
distraevo sul mare l’indolenza pensosa:
scendeva sopra i tetti la tenebra gelosa,
e una giovane donna me nell’ombra cercava
e te col proprio nome alle amiche chiamava.

ALEKSANDR SERGEEVIČ PUŠKIN

Published in: on aprile 26, 2016 at 07:37  Comments (3)  

Elegia

Degli anni folli la sfiorita allegrezza
mi pesa come una torbida ebbrezza.
Ma come il vino è l’amaro del passato
nell’anima: più vecchio, più il sapore è marcato.
Triste è la mia vita: pene e un destino oscuro,
predice il mare tempestoso del futuro.
Amici cari! Non voglio morire,
ma voglio vivere, pensare e soffrire;
lo so che avrò ancora delle contentezze,
tra angustie, affanni e amarezze:
chissà, di un’armonia mi potrei beare,
o di una favola che mi faccia lacrimare,
magari brilli sul tramonto triste mio
l’amor che mi farà il sorriso dell’addio.

ALEKSANDR SERGEEVIČ PUŠKIN

Pëtr Il’ič Čajkovskij – Le Stagioni op.37b n.6 (Giugno – Barcarola)

Published in: on luglio 28, 2013 at 07:08  Lascia un commento  

Ricordo il magico istante

Ricordo il magico istante:

Davanti m’eri apparsa tu,

Come fuggevole visione,

Genio di limpida beltà.

Nei disperati miei tormenti,

Nel chiasso delle vanità,

Tenera udivo la tua voce,

Sognavo i cari lineamenti.

Anni trascorsero. Bufere

Gli antichi sogni poi travolsero,

Scordai la tenera tua voce,

I tuoi sublimi lineamenti.

E in silenzio passavo i giorni

Recluso nel vuoto grigiore,

Senza più fede e ispirazione,

Senza lacrime, nè vita e amore.

Tornata è l’anima al risveglio:

E ancora mi sei apparsa tu,

Come fuggevole visione,

Genio di limpida beltà.

E nell’ebbrezza batte il cuore

E tutto in me risorge già –

E la fede e l’ispirazione

E  vita e lacrime e amore.

ALEKSANDR SERGEEVIČ PUŠKIN

Ti amai

Ti amai, anche se forse

ancora non è spento del

tutto l’amore.

Ma se per te non è più tormento

voglio che nulla ti addolori.

Senza speranza, geloso,

ti ho amata nel silenzio e soffrivo,

teneramente ti ho amata come

-Dio voglia- un altro possa amarti.

ALEKSANDR SERGEEVIČ PUŠKIN

Published in: on giugno 6, 2010 at 07:25  Comments (3)  
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