Sono scomparsi i bei colori verdi e rosei della
terra. Le montagne, i campi, i piani sembrano
lontani e velati. Solo i torrenti si riempiono di
suoni e il loro grido giunge alle case del paese.
Il sole ha uno splendore freddo e il cielo sembra
allontanarsi e diventare altissimo. Tutte le mattine
la terra si desta come da un sonno faticoso.
I movimenti degli uomini sembrano incerti, come
quelli di chi pensa al suo avvenire.
Da questo mese comincia il lavoro, per il futuro
pane. C’è nell’aria una speranza solenne.
Novembre è il mese in cui ricordiamo i nostri
morti. La terra trasforma, tutti gli anni, nuove
sementi in nuovi frutti. Il pane risorge tutti gli
anni. Giacciono i morti. Ma il nostro cuore deve
essere grato come la terra e deve far rivivere e
moltiplicare il lavoro e gli affetti di quelli che fra
noi non torneranno più.
CORRADO ALVARO