L’ultimo amore

Come, noi declinando, il nostro amore
è più tenero e più superstizioso!…
Luce d’addio dell’ultima passione,
luce d’occaso, splendi, splendi!

Già l’ombra ha preso mezzo il cielo,
all’occidente solo era un chiarore:
giorno venuto a sera, indugia, indugia,
e dura, dura ancora, incanto.

Venga pur meno il sangue nelle vene,
la tenerezza non vien meno in cuore…
Ultimo amore, o tu! tu sei
felicità e disperazione.

FËDOR IVANOVIČ TJUTČEV

Published in: on gennaio 10, 2020 at 07:34  Comments (1)  

Il poeta

Tu lo vedesti nel gran mondo. Cupo
o capricciosamente allegro, torvo,
distratto o pieno di pensieri arcani:
tale è il poeta, e tu lo disprezzasti!
Guarda la luna: tutto il giorno, quasi
svanisce in cielo, smorta nuvoletta;
ma viene ecco la notte e, dea radiosa,
risplende sopra il bosco addormentato!

FËDOR IVANOVIČ TJUTČEV

Published in: on marzo 4, 2018 at 07:00  Comments (2)  

Sere d’autunno

Nella chiarezza v’è delle autunnali
sere un tenero, un misterioso incanto:
lo splendore degli alberi sinistro,
il languido frusciare delle foglie
porporine, il velato e calmo cielo
sopra la terra triste e desolata,
e, annunzio delle prossime bufere,
un brusco, freddo vento qualche volta,
un mancare e sfinirsi – e quel sorriso
mite di sfioritura, su ogni cosa,
che in essere senziente noi chiamiamo
sacro pudore della sofferenza.

FËDOR IVANOVIČ TJUTČEV

Published in: on dicembre 27, 2017 at 07:27  Comments (2)  

Voci notturne

Come il giardino verde dorme stanco
dentro la notte cerula e tranquilla!
Fra il melo dai suoi fiori fatto bianco
Come dolce la luna d’oro brilla!

Uno sciame di stelle arde nel vano
cielo, come nel dì della creazione.
Geme l’eco d’un ballo di lontano,
più chiara è della fonte la canzone.

Scende sull’universo una cortina,
ogni moto si cheta, ogni lavoro…
Sulla città la notte, come in cima
agli alberi, risveglia ora il suo coro.

Donde viene quel suono irraggiungibile?
O forse è il mondo insonne del pensiero,
incorporeo, sonoro ed invisibile,
che ronza, o notte, nel tuo caos nero?

FËDOR IVANOVIČ TJUTČEV

Published in: on settembre 5, 2014 at 07:09  Comments (3)  

Meriggio

Pigro respira in nebbioso meriggio;
E pigramente scorre il lento fiume;
E nel cielo infiammato e puro
Pigramente si sciolgono le nubi.

Una calda sonnolenza avvolge
Come una nebbia tutta la natura:
E proprio ora il grande Pan
Nell’antro delle ninfe calmo riposa.

FËDOR IVANOVIČ TJUTČEV

Published in: on Maggio 13, 2012 at 07:06  Comments (4)  
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