Unione

Queste oscure pupille, oh
Questi miei semplici Sufi eremiti
Nel rapimento della danza rituale degli occhi di lui
Erano in estasi
Vidi ondeggiare
Su di me interamente
Come la vampa rossastra del fuoco
Come il riflesso dell’acqua
Come una nube convulsa di pioggia
Come un cielo accaldato dal respiro dell’estive stagioni.
Fino all’illimitato
Fino al di là della vita
Era disteso lui
Vidi nel soffiare delle sue mani
La corporeità del mio essere
Dissolversi.
Vidi il suo cuore
Con quella incantevole risonanza vagante
Rimbombare pieno nel mio cuore
L’ora volò via
La tenda se ne andò col vento
L’avevo stretto a me
Nell’aureola focosa
Avrei voluto dire qualcosa
Però, oh meraviglia!
Il folto delle sue ciglia ombreggianti
Come le frange della tenda di seta
Fluirono dal fondo della tenebra
Lungo l’esteso inguine del desiderio
E quella convulsione
Quella convulsione contaminata di morte
Fino alla mia profondità perduta
Mi vidi liberare
Mi vidi liberare
Vidi la mia pelle spaccarsi pel dilatare dell’amore
Vidi il mio volume ardente
Liquefarsi
E versarsi, versarsi, versarsi
Nella luna, la luna adagiata nel concavo, l’opaca luna perturbata
Avevamo pianto l’uno nell’altro
L’uno nell’altro tutto l’attimo ineffabile dell’unione
Follemente avevamo vissuto

FOROUGH FARROKHZAD

Published in: on ottobre 29, 2019 at 07:24  Lascia un commento  

Sulla terra

Non ho mai sperato
diventar stella nel miraggio celeste.
Non ho sperato,
come un’anima eletta,
accompagnare angeli silenziosi.
Non mi sono mai separata dalla terra,
non ho mai incontrato una stella.

Sono in piedi, sulla terra.
Il mio corpo: uno stelo d’erba
che, per esistere, succhia
il sole, il vento, l’acqua.

Con i miei desideri,
con il mio dolore,
io sono sulla terra:
voglio l’elogio delle stelle
voglio le carezze del vento.

Guardo dalla mia finestra.
Non sono che l’eco di una canzone :
io non sono eterna.

Di una canzone, cerco solo l’eco,
nel grido di un desiderio
più puro del silenzio del dolore.

Io non cerco il nido
in un corpo steso come la rugiada
sul giaggiolo del mio corpo.

Sul muro della mia vita,
uomini, viandanti,
hanno tracciato ricordi
col nero carbone dell’amore :
un cuore trafitto da una freccia,
una candela rovesciata,
punti pallidi e silenziosi
sulle lettere della follia.
Tutte le labbra
che sfiorarono le mie labbra
hanno creato nella mia notte,
una stella,
che si posava sul fiume dei ricordi.
Perché dovrei invidiare le stelle ?

Questa è la mia canzone,
Non ci fu mai niente, prima.

FOROUGH FARROKHZAD

Published in: on ottobre 14, 2016 at 06:53  Lascia un commento  

Peccato

Ho peccato, peccato, quanto piacere
nell’abbraccio caldo e ardente ho peccato
fra due braccia ho peccato
accese e forti di caldo rancore, ho peccato.

In quel luogo di buio silenzio appartato
nei suoi occhi colmi di segreti ho guardato,
nel palpito del petto furioso il mio cuore
tremava nei suoi occhi di desiderio in preghiera.

In quel luogo di buio silenzio appartato
accanto a lui al suo fianco sconvolta
la sua bocca desiderio versava tra le labbra mie,
scappata, io, dalle pene del folle mio cuore.

Gli sussurrai piano piano la melodia dell’amore:
ti voglio, ti voglio, anima mia
ti voglio, ti voglio, abbraccio che infiamma
ti voglio, amore mio pazzo.

Il desiderio nei suoi sguardi fiamme avvampava,
il vino nero nella coppa tremava e danzava.
Il mio corpo sul tenero letto
sul suo petto ubriaco oscillava.

Ho peccato, peccato, quanto piacere
accanto all’estatico fremito di un corpo.
Oddio, mio Dio, che cosa ho mai fatto
in quel luogo di buio silenzio appartato?

FOROUGH FARROKHZAD

Published in: on febbraio 14, 2016 at 07:07  Comments (2)  

Il vento ci porterà via

Nella mia fuggente notte, ahimè!
Il vento dà udienza alle foglie degli alberi.
Nella mia fuggente notte incombe l’angoscia della desolazione.

Ascolta,
Odi il respiro delle tenebre?
A questa esultanza io mi sento aliena,
La disperazione mi è propria.
Ascolta,
Odi il respiro delle tenebre?

Ora, nella notte, qualcosa accade.
Infuocata e inquieta è la luna
E su questo tetto, che, ogni istante, rischia di crollare,
Le nuvole, come un corteo funebre,
Sembrano in attesa del momento di piovere.

Un momento
E poi, nulla.
Dietro questa finestra sta palpitando la notte
E la terra
Sta arrestando il suo moto.
Dietro questa finestra uno sconosciuto
È in trepidazione per me e per te.

Oh, corpo rigoglioso!
Rimetti le tue mani, come un cocente ricordo,
Nelle mie mani innamorate.
Sciogli le tue labbra, come una vibrante sensazione di vita,
Alle lusinghe delle mie labbra innamorate.
Il vento ci porterà via.
Il vento ci porterà via.

FOROUGH FARROKHZAD

Published in: on dicembre 22, 2012 at 07:24  Comments (3)