Sgombero

Si, vi lascio, vecchie mura,
dove un po’ del cuore mio
con un tenero desio
attaccato resterà.
E vi lascio che ancor dura
primavera, tra la festa
de le rondini e la mesta
vespertina chiarità.
Dunque addio, se il di’ tramonta,
focolare ove, farfalla
su la tua parete gialla,
un estremo raggio muor;
carte a fiori, ove l’impronta
d’ogni quadro amico e noto
mette un suo parlante vuoto,
che non sa sbiadirsi ancor;
vacue camere, onde il passo
sveglia insoliti rimbombi;
tetti erbosi ove i colombi
riposavano dal vol;
e tu ancora, che dal, sasso
esci, trepida lucerta,
a la loggia ormai deserta
che d’asfalto odora al sol.
Or, se qui svolga la vita
senza me le sue vicende,
altra casa non m’attende,
non mi chiama, aprica, a sé?
Ma una parte ahimè svanita
dei miei giorni è qui sepolta.
Vecchie mura, qualche volta
ricordatevi di me.

FRANCESCO GAETA

Published in: on febbraio 18, 2019 at 07:05  Comments (1)