Ti guardo
mentre in silenzio t’assopisci
e con materna calma
sopra gli occhi ti bacio
e sui labbri che respirano
beati;
sei il mio bambino adulto
e delicato,
il diamante irraggiunto
e mai sperato.
Ti rasserena il volto
una gran pace;
e la carezza
con cui ti benedico
per l’amore
che ancora una volta m’hai donato
ti chiude come un nido,
una conchiglia,
un fiato.
Quante volte la mano nei ricci
t’ho passato
e l’ossa nell’amore
quante volte t’ho contato?
Ma la ferita
e il vuoto,
quando tu t’allontani
e via da me,
per non lasciarmi,
devi andare,
il vuoto,
chi, se non il tuo ritorno,
potrà mai colmare?
GIOVANNI TESTORI