
An die Kette gelegt
zwischen Gold und Vergessen:
die Nacht.
Beide griffen nach ihr.
Beide liess sie gewähren.
Lege,
lege auch du jetzt dorthin, was herauf-
-dämmern will neben den Tagen:
das sternüberflogene Wort,
das meerübergossne.
Jedem das Wort.
Jedem das Wort, das ihm sang,
als die Meute ihn hinterrücks anfiel –
Jedem das Wort, das ihm sang und erstarrte.
Ihr, der Nacht,
das sternüberflogne, das meerübergossne,
ihr das erschwiegne,
dem das Blut nicht gerann, als der Giftzahn
die Silben durchstiess.
Ihr das erschwiegene Wort.
Wider die andern, die bald,
die umhurt von den Schinderohren,
auch Zeit und Zeiten erklimmen,
zeugt es zuletzt,
zuletzt, wenn nur Ketten erklingen,
zeugt es von ihr, die dort liegt
zwischen Gold und Vergessen,
beiden verschwistert von je –
Denn wo
dämmerts denn, sag, als bei ihr,
die im Stromgebiet ihrer Träne
tauchenden Sonnen die Saat zeigt
aber und abermals?
§
In catene
tra oro e oblio:
la notte.
Entrambi bramarono afferrarla.
A entrambi concesse tempo.
Posa,
posa anche tu là, quanto
accanto ai giorni vuol nascere col crepuscolo:
la parola seguita dagli astri,
inondata dai mari.
A ciascuno la parola.
A ciascuno la parola che gli cantò,
quando la muta gli piombò addosso –
a ciascuno la parola che a lui cantò e impietrì.
Ad essa, alla notte, la parola
che gli astri accompagnano e i mari inondano,
ad essa la parola avvinta dal silenzio,
cui il sangue non gelò, quando trafisse
le sillabe quel dente avvelenato.
Alla notte la parola guadagnata al silenzio.
Contro quelle altre che presto
– sedotte e violentate da orecchie prostituite –
anche sul tempo e i tempi s’ergeranno,
essa infine sarà testimone,
infine, quando solo catene risuonano,
testimone della notte, che lì giace
tra oro e oblio,
sorella di entrambi, da sempre –
Poiché, dimmi, dove mai
vi sarà crepuscolo, se non in lei,
dove scorre la sua lacrima, che mostra
ai soli che s’immergono, la semina,
ma di volta in volta?
PAUL CELAN