
Quanta, quanta pula
per un granello di grano:
che affanno.
Quanta, quanta rugiada
per fare una fragola:
una sola.
Quante, quante parole
per dire che amo
che t’amo.
Si placa il mare
nel silenzio del sale:
non muore.
RAFFAELE CARRIERI
Quanta, quanta pula
per un granello di grano:
che affanno.
Quanta, quanta rugiada
per fare una fragola:
una sola.
Quante, quante parole
per dire che amo
che t’amo.
Si placa il mare
nel silenzio del sale:
non muore.
RAFFAELE CARRIERI
Maria, mia buona guardia
rimboccami il lenzuolo.
hai fatto tanti bucati:
lavare e stirare
e notti per il pane
notti per le malattie.
Non sapevi leggere le medicine
e i numeri del termometro:
ti bastava guardare per riconoscere
le code del solleone
ti bastava toccare.
Nel dare avevi tante mani
e nel correre più piedi del millepiedi.
Maria, mia buona guardia
rimboccami il lenzuolo:
non mi lasciare solo.
RAFFAELE CARRIERI
Nella molto ricca città di Dallas
la Speranza si mise a piangere
e il sole si nascose per non vedere.
Nella bandiera dello Stato del Texas
c’è una sola stella
e quell’unica solitaria stella
quel venerdì diventò nera.
Nella molto ricca città di Dallas
la Speranza piangeva.
All’oscuro la Speranza piangeva
perchè la luce era diventata nera
e la verità cieca.
Le campane, le campane, tutte le campane
delle ottocento chiese
della molto ricca città di Dallas
la sera del venerdì restarono mute,
mute in gramaglie.
E quando il lutto le scosse,
quando il lutto le percosse,
le campane, le campane, tutte le campane
della molto ricca città di Dallas
si misero a piangere la morte.
RAFFAELE CARRIERI
Il falegname che batte il legno
nulla sa di ciò che duole e non duole
e ha cura della sua mano
quando forte percuote.
Nessun legno ha mai detto:
ahi! falegname, mi fai male!
La pietra si lascia rompere
dal tagliapietre,
l’asino del padrone.
Questo povero animale
poggiato come un arnese
l’asino è di Gerona.
RAFFAELE CARRIERI
Ho un angelo che mi guarda
dietro la spalla stanca,
un angelo senza bilancia
che non pesa la mia giornata.
Un angelo che non mi condanna
quando la rosa ferisco
quando fuggo la speranza
quando batto la fronte
sulla pietra del disinganno
quando inganno la morte
con rondini di carta.
Ho un angelo che mi salva
dietro la spalla stanca.
RAFFAELE CARRIERI
La notte il gabelliere
è più povero di Giobbe:
la lepre ha la tana
la pecora la lana
la foglia è compagnaInserisci da URL
di un’altra foglia.
Non c’è formica
senza formicaio
né cuculo senz’abete.
Il nespolo fa il frutto
l’ape il miele
l’inverno porta neve.
In ogni stagione
il gabelliere sconta
il peggio della notte.
Travaglio di vento
tormento di sonno.
Chi rimuove lo stagno,
chi passa nel trifoglio?
All’erta gabelliere
è la Signora Morte.
RAFFAELE CARRIERI
Alle trombe, a tutte le trombe
Dissi fate più rumore.
E anche ai violini
Al tamburo e agli ottoni.
Per non udire amore,
Per non riudirlo
Fino all’orlo
Versai vino
E col vento mi coprii.
RAFFAELE CARRIERI
Sotto la tettoia d’una scuola all’aperto
C’erano appese le biciclette,
Altre, più piccole, eran ferme.
Le ragazze del secondo corso
Curve sul manubrio
Sembravano scherzare nell’andare
Incontro al fiume
Che splendeva come un ramarro
Inseguito da una trota.
Senza fretta andava l’acqua
Sui capelli dell’alga
Nella fluttuante distesa.
Di te la bicicletta più leggiera
In sella ti portava;
Eri tanto chiusa e fiera
Che il fiume si mise a guardare
Dalla parte dove facevi più luce
E lusingato ti trattenne.
RAFFAELE CARRIERI
Ventagli chi vuole ventagli?
Vendo il vento in ritagli:
Chi vuole ventagli d’aria?
Mia giuliva pazzia,
Zèfiro sono al mattino
E a vespro Ponentino.
Chi vuole ventole-stornelli?
Intreccio piumette e piume
Per scacciar le brume
Dai tuoi capelli.
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