Al sopportico delle api il primo amore

Al sopportico delle api
affisse ai muri le nostre iniziali
col colore della paglia bruciata.
L’amore nostro crebbe qui
nella stalla vicina.
E io vederti sorgere tenera ombra,
misuravo le parole tue calde
cercandoti le labbra con le dita.
Ombre di noi che siamo in fuga si allungano,
scompaiono quando la lucerna del mulattiere
mette fremito alle bestie per la biada.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on marzo 21, 2021 at 06:50  Lascia un commento  

La luna piena

La luna piena riempie i nostri letti,
camminano i muli a dolci ferri
e i cani rosicchiano gli ossi.
Si sente l’asina nel sottoscala,
i suoi brividi, il suo raschiare.
In un altro sottoscala
dorme mia madre da sessant’anni.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on gennaio 26, 2021 at 06:57  Lascia un commento  

Ho capito fin troppo

Ho capito fin troppo gli anni e i giorni e le ore
gl’intrecci degli uomini, chi ride e chi urla
giura che Cristo poteva morire a vent’anni
le gru sono passate, le rondini ritorneranno.
Sole d’oro, luna piena, le nevi dell’inverno
le mattine degli uccelli a primavera
le maledizioni e le preghiere.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on giugno 5, 2020 at 07:23  Lascia un commento  

I versi e la tagliola

Con la neve si para la tagliola
e si aspettano i gridi dei fringuelli.
La maestra ai bimbi della scuola
legge un verso d’amore per gli uccelli.
Mi piacevano i versi e la taglìola.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on ottobre 4, 2019 at 07:30  Lascia un commento  

Improvvisa la sera

Improvvisa la sera ci ha toccati
me, le mie carte, la pezza di luce
sui mattoni della stanza.
E’ tanto imbrunito
che mi sento addosso paura.
Ha ripreso la vita
dei piccoli rumori.
Sono sui tetti le anime
dei morti del vicinato,
camminano sulle zampe dei gatti.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on dicembre 31, 2018 at 07:20  Lascia un commento  

Mio padre

Mio padre misurava il piede destro
vendeva le scarpe fatte da maestro
nelle fiere piene di polvere.
Tagliava con la roncella
la suola come il pane
una volta fece fuori le budella
a un figlio di cane.
Fu in una notte da non ricordare
e quando gli si chiedeva di parlare
faceva gli occhi piccoli a tutti.
A mio fratello tirava i pesi addosso
che non sapeva scrivere
i reclami delle tasse.
Aveva nelle maniche pronto
sempre un trincetto tagliente
era per la pancia dell’Agente.
Mise lui la pulce nell’orecchio
al suo compagno che fu arrestato
perché un giorno disperato
mandò all’ufficio il suo banchetto
e sopra c’era un biglietto:
«Occhi di buoi
fatigate voi».
Allora non sperò più
mio padre ciabattino
con riso fragile e senza rossore
rispondeva da un gradino
‘Sia sempre lodato’ a un monsignore.
E si mise già stanco –
dal largo mantello gli uscivano gli occhi –
a posare sulla piazza, di fianco,
a difesa degli uomini che stavano a crocchi.
E morì – come volle – di subito,
senza fare la pace col mondo.
Quando avvertì l’attacco
cercò la mano di mamma nel letto,
gliela stritolava, e lei capì e si ritrasse.
Era steso con la faccia stravolta,
gli era rimasta nella gola
la parola della rivolta.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on giugno 6, 2018 at 07:16  Comments (1)  

Tutt’intorno le montagne brune

Tutt’intorno le montagne brune
è ricresciuto il tuo colore
Settembre amico delle mie contrade.
Ti sei cacciato in mezzo a noi
t’hanno sentito accanto le nostre donne
quando naufraghi grilli
dalle ristoppie arse del paese
si sollevano alle porte con un grido.
E c’è verghe di fichi seccati
e i pomidoro verdi sulle volte
e il sacco di grano duro, il mucchio
della mandorle abbattute.

Tu non ci fai dormire
cuculo disperato, col tuo richiamo.
Sì, ridaremo i passi alle trazzere,
ci metteremo alle fatiche domani
che i fiumi ritorneranno gialli
sotto i calanchi
e il vento ci turbinerà
i mantelli negli armadi.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on settembre 12, 2017 at 07:34  Comments (3)  

Ottobre

L’estate si trascina
i cardi inariditi
e la mosca pusillanime,
le strade sparse di paglia,
il vuoto alle finestre,
il prezzemolo verde ancora
e il garofano nei vasi
ora che Ottobre s’impone.
Ottobre è là: quella nuvola nera
attesa sulla collina
piegata dai tocchi della sera.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on ottobre 21, 2014 at 06:54  Comments (2)  

Noi non ci bagneremo

Sud

Noi non ci bagneremo sulle spiagge
a mietere andremo noi
e il sole ci cuocerà come la crosta del pane.
Abbiamo il collo duro, la faccia
di terra abbiamo e le braccia
di legna secca colore di mattoni.
Abbiamo i tozzi da mangiare
insaccati nelle maniche
delle giubbe ad armacollo.
Dormiamo sulle aie
attaccati alle cavezze dei muli.
Non sente la nostra carne
il moscerino che solletica
e succhia il nostro sangue.
Ognuno ha le ossa torte
non sogna di salire sulle donne
che dormono fresche nelle vesti corte.

ROCCO SCOTELLARO

Published in: on settembre 15, 2013 at 07:24  Comments (4)  

Sempre nuova è l’alba

Non gridatemi più dentro,

non soffìatemi in cuore

i vostri fiati caldi, contadini.

Beviamoci insieme una tazza colma di vino!

che all’ilare tempo della sera

s’acquieti il nostro vento disperato.

Spuntano ai pali ancora

le teste dei briganti, e la caverna –

l’oasi verde della triste speranza –

lindo conserva un guanciale di pietra…

Ma nei sentieri non si torna indietro.

Altre ali fuggiranno

dalle paglie della cova,

perché lungo il perire dei tempi

l’alba è nuova, è nuova.

ROCCO SCOTELLARO