Sull’Ortobene

Meriggiano le pecore e i pastori.
Elci e felci non fremono a una stanca
ala di vento; il mare si spalanca
da Monte Bardia fino a Galtellì.
L’ombra di un volo e un grido di rapina:
l’aquila. Con un dondolio lento
si rimescola il branco sonnolento:
l’ombra dilegua in seno al mezzodì.

SEBASTIANO SATTA

Published in: on dicembre 23, 2020 at 07:15  Comments (1)  

Il poledro

Maraviglia a vederlo! la cervice
stellante tra la nitida criniera
erse il poledro, schiusa la narice
ai soffi ardenti della primavera.
Nessun dei giovinetti, audace schiera
di ardimenti e di prove sfidatrice,
osava premer quella groppa nera
come il tormento e correr la pendice.
Gloria a chi primo lo cavalca! – disse
il vecchio: ai giovinetti tremò il cuore:
allor nella criniera gli confisse
egli l’artiglio e, saldo in groppa come
un drago, sparì via col corridore
dritto il bel capo tra le grigie chiome.

SEBASTIANO SATTA

Published in: on giugno 9, 2020 at 06:51  Lascia un commento  

Notte nel salto

Null’ altro sentivo che i colpi
dell’irto cignale negli elci:
un lento brusire di felci
e a tratti il bramir delle volpi.

Il fuoco taceva. I guardiani,
ravvolti nei manti di albagio,
seguivan nel sonno il randagio
vagar delle greggi e dei cani.

Quand’ecco, nel cielo senz’astri,
vibrò dagli ovili vicini
il vigile urlio dei mastini
e un largo sfrascar d’oleastri;

e giù dalla vetta soprana
al nostro bivacco, tra i radi
ginepri, volgendosi ai guadi
notturni, passò la bardana.

SEBASTIANO SATTA

Published in: on aprile 27, 2020 at 07:34  Lascia un commento  

Nella tanca

Ecco: non fu che un subito
sogno del sole il raggio;
e lunghe fredde assidue
stagnan sul pian selvaggio
l’ombre in eterno. Stendesi
nuda silenzïosa,
sino ai lontani vertici,
la terra lacrimosa.
solo un pastore, immobile,
col manto e con la tasca,
guarda quel regno gelido
di tenebra e burrasca…

SEBASTIANO SATTA

Published in: on febbraio 5, 2020 at 07:27  Lascia un commento  

Il pane della bontà

I tetti fumigavano
dalle scandule brune, tra il nevisco,
e tre donne sfornavano e infornavano
al lume del lentisco.
Venne uno stormo di fanciulli. – O zia,
un pane. – Va in malora!
O zia, zietta mia,
un pane. – Va in malora!
O zia, mammina mia,
un pane … – Va in malora!
Ah che dopo l’avaro
diniego, ingrato e amaro
si fece il pane! … E allora
passò Gesù bambino;
Gesù bambino venne
al borgo di Barbagia:
Donne, un pane!  Per te, vieni, piccino.
E una donna distese
un po’ di pasta d’orzo sulla bragia:
ed ecco che quel poco
divenne molto, e sì divenne grande
quel pane che a sfornarlo
ci vollero tre pale.
Ché sempre cresce e crescerà più sempre
il pan della Bontà.

SEBASTIANO SATTA

Published in: on Maggio 14, 2019 at 07:18  Lascia un commento  

Sardegna

Dolce, o capanna, quando agli uragani
la selva si querela e si dispoglia,
riparar nel tuo nido, sulla spoglia
d’un montone, e parlar di caccia e cani.
Ma più dolce, se ridano i lontani
fuochi dai poggi, e palpiti ogni foglia,
alla sera indugiar sulla tua soglia
erbosa, tra il brusio largo dei piani.
Sulla giogaia  pendono ghirlande
di stelle: van le greggi per profonde
serenità, fra luccicar di fonti.
Poi nell’ombra un nitrito! Ché già grande
tra mormorii di rivoli e di fronde,
s’alza la luna a benedire i monti.

SEBASTIANO SATTA

Published in: on marzo 18, 2018 at 06:58  Comments (1)