Sola fra i Numi è buona all’uom Speranza:
Gli altri, fuggiti, hanno in Olimpo stanza.
TEOGNIDE
Sola fra i Numi è buona all’uom Speranza:
Gli altri, fuggiti, hanno in Olimpo stanza.
TEOGNIDE
Ti ho dato ali per volare sul mare sconfinato
e su tutta la terra, in alto librandoti
facilmente. Nei conviti e in tutti i banchetti sarai presente,
adagiato sulla bocca di molti.
Accompagnati da flauti dal suono acuto, uomini giovani
e decorosamente amabili canteranno te, con voce bella
e chiara. E quando, nei recessi dell’oscura terra,
verrai alle case molto lacrimate dell’Ade,
mai – neppure morto – perderai la fama, ma sarai a cuore
agli uomini, avendo sempre un nome indistruttibile,
Cirno, per la terra dell’Ellade e per le isole
aggirandoti, varcando lo sterile mare pescoso;
e non seduto sul dorso di cavalli, ma ti condurranno
gli splendidi doni delle Muse dalla corona di viole.
E per tutti quelli cui sta a cuore, anche tra i posteri,
tu sarai ugualmente motivo di canto, finché ci saranno la terra e il sole.
Ma io da te non ottengo rispetto, neppure poco;
con le parole tu mi inganni, come s’io fossi un bambino.
TEOGNIDE
Cirno, la città è ancor la stessa,
ma la gente, la gente è mutata.
Color che prima ignari della legge
attorno a fianchi logoravan pelli caprine
e
pascevan come cervi fuori porta
ora son patrizi, Polipàide.
E i patrizi di
prima ora son plebe.
Come sopportar siffatti scempi?
S’ingannano l’un
l’altro,
si deridono l’un l’altro,
nulla san di bene e male.
Nessun di
loro fatti amico,
mai, Plipàide, col cuor ti dico.
TEOGNIDE
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