Sonetto I

Scrivo sol per sfogar l’interna doglia,
Di che si pasce il cor, ch’altro non vole,
E non per giunger lume al mio bel sole,
Che lasciò in terra sì onorata spoglia.
Giusta cagione a lamentar m’invoglia:
Ch’io scemi la sua gloria assai mi dole;
Per altra penna e più saggie parole
Verrà chi a morte il suo gran nome toglia.
La pura fè, l’ardor, l’intensa pena
Mi scusi appo ciascun, grave cotanto
Che né ragion né tempo mai l’affrena.
Amaro lagrimar, non dolce canto,
Foschi sospiri e non voce serena,
Di stil no, ma di duol mi danno il vanto.

VITTORIA COLONNA

Published in: on marzo 20, 2019 at 07:41  Lascia un commento  

A quale strazio la mia vita adduce

A quale strazio la mia vita adduce
Amor, che oscuro il chiaro sol mi rende,
e nel mio petto al suo apparire accende
maggior disio della mia vaga luce
Tutto il bel che natura a noi produce,
che tanto aggrada a chi men vede e intende,
più di pace mi toglie, e sì m’offende,
ch’ a più caldi sospir mi riconduce.
Se verde prato e se fior vari miro,
priva d’ogni speranza trema l’alma:
ché rinverdè il pensier del suo bel frutto
che morte svelse. A lui la grave salma
tolse un dolce e brevissimo sospiro,
e a me lasciò l’amaro eterno lutto.

VITTORIA COLONNA

Published in: on aprile 7, 2018 at 07:07  Comments (1)