
Caro Dante,
se mai entrassi in Paradiso – prima ancora di vedere Dio – vorrei riveder mia madre.
(Un tuo lettore)
Aurelio Zucchi
Caro Dante,
se mai entrassi in Paradiso – prima ancora di vedere Dio – vorrei riveder mia madre.
(Un tuo lettore)
Aurelio Zucchi
Il caro amico Aurelio Zucchi ci ha fatto un regalo: è un suo breve racconto, un’esperienza dell’animo che desidera condividere con tutti noi e che siamo felici di ospitare tra le pagine del Cantiere. Naturalmente il brano sarebbe comunque troppo lungo per figurare come post sul nostro sito, per cui, analogamente a quanto fatto in precedenza con lavori di altri nostri amici, vi invito a “linkare” l’indirizzo qui sotto, dove troverete immediatamente il racconto. Vi auguro una buona lettura, e ringrazio l’amico poeta per il suo dono, complimentandomi per le sue doti espressive e la sua finezza narrativa.
Il Cantiere
IL CUORE DI PIETRA di Aurelio Zucchi
In questo via vai di pastori, nel lucido blu di una carta stellata che fiumi, monti e farina sovrasta, é il nostro presepe che manca. In prossimità dell’umile grotta si affollano re, speranze, pastori e pie donne. Son pronti all’arrivo del Bimbo mentre allestita, splendente, è di già la Cometa. Dove siamo, noi, quelli dell’oggi? Siamo appoggiati ai bordi del pietrisco. Cosa facciamo noi, quelli dell’oggi? Rimettiamo in piedi una pecorella caduta e tra i sassi piantiamo una palma finta. Poi, quando crediamo che perfetto sia il tutto, qualcuno rabbuia la sala; qualcun altro, al segnale convenuto, infila la spina ed ecco… è la luce che andiamo cercando! Questa Notte, che Santa rimane, è solo odore di dolci nei pacchi dorati; è una cravatta al petto provata, un cellulare di già attivato. Il bue e l’asinello, immobili, danno calore a statuine di gesso: magnifiche vesti, stupendi volti che forse però vorrebbero voce. Che bravi sono stati i costruttori di questa Betlemme! Peccato non pensino a perfezionarla, intenti come sono a spizzicare ori e bastoni.
Aurelio Zucchi
Caro Anno Nuovo,
dammi un solo motivo in più
per continuare a credere alla mia vita!
In fondo, hai dodici mesi di tempo…
Aurelio Zucchi
Al tempo che rimane affido
il senso d’una vita vaga,
il sogno mio da scartocciare
tra stille pregne di sudore.
Toccare un cielo sereno,
comprimerlo tra queste mani
e sentirne l’odore che fa.
Soltanto ciò, non oso di più…
.
Roma, 31 Dicembre 2013
Con l’augurio per tutti voi cantieristi di quella serenità che spero arrivi a braccetto del nuovo anno!
.
Aurelio
In prossimità dell’imminente Natale desidero inviare ai responsabili di questo stupendo angolo di poesia, a tutte le poetesse, a tutti i poeti e a tutti i lettori, i migliori Auguri di SERENITA’ nei cuori di ciascuno e nei cuori delle persone che stanno loro più a cuore. Continuo imperterrito a leggervi e ad arricchirmi dei vostri contributi. Con voi miglioro! Continuo, ahimè, anche a non commentarvi ma solo per la poca, pochissima disponibilità di tempo. Se mi scusate, i miei auguri valgono doppio. Se non mi scusate, i miei auguri valgo doppio, lo stesso. Sereno Natale!
Aurelio
Del rosso di questo Natale
aspetto il bagliore vincente,
quel fascio di luce che prende
e caldo, denso, avvolgente
negli occhi e nei cuori s’espande
per poi rinnovarsi all’istante.
Aurelio Zucchi – Natale 2011
Il nostro amico Aurelio ci ha fatto una sorpresa: al suo ritorno dalle vacanze ci ha portato un piccolo delicato racconto, una “instant novel” da lui scritta durante il suo soggiorno in uno dei nostri bei paesi, poco distante dal mare, dove il tempo scorre ancora scandito dagli avvenimenti più importanti della nostra vita, ed i rapporti umani sono ancora a misura di…piazzetta, se non di pianerottolo. Una riflessione sulla vita autentica, una fotografia che l’atmosfera di quiete estiva contribuisce a fermare e consegnare intatta ai nostri ricordi. Troverete il breve racconto al link qui sotto. Buona lettura e ancora grazie ad Aurelio per il suo regalo!
Anche di sabato di un fine luglio
un racconto di Aurelio Zucchi
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