Adusta fonte

Gorgoglia un rubinetto,
par l’ultimo versare,
neppure più un mottetto
l’anima a riscaldare.

La musa cui mi volsi,
pietosa mi rispose
se taglierai i tuoi polsi,
farai fiorir le rose.

M’abbeverar di sangue
la terra screpolata
affossa ciò che langue,
poesia darà malata.

Meglio sarà sperare
nel tempo e le stagioni,
piuttosto che azzardare
risibil soluzioni.

Così dentro il mio cuore
rimane un desiderio
che gemmi dall’amore
almeno un verso serio !

Piero Colonna Romano

Lamento

 
C’è una belva nascosta nel mio cuore
dai freddi artigli e dagli occhi di bragia;
cavalca le montagne del pensiero e
con sorde grida mi accartoccia l’anima.
Sarà un sospiro a riportar l’oblio
E la verde marea della speranza
Placherà i ruggiti del dolore.

Viviana Santandrea

Published in: on luglio 15, 2012 at 07:02  Comments (4)  
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Io non poeta

La poesia, quella di stanotte,
é intrappolata in un non so dove,
in un pertugio posto in fondo al cuore
o, dentro l’anima, in un buco nero.

Vuole silenzi che non le so dare
quando il cuscino giro e poi rigiro,
se piede al piede insisto a frizionare
o gratto ciglia fino a farmi male.

La strada che dovrebbe esser muta
disturbo arreca con i suoi rumori
e il sussulto della sveglia odiosa
scandisce tempo solo da fermare.

Io non poeta sono prigioniero
o, meglio ammettere, assai incapace
di catturare lemmi uno alla volta
per incastrarli in qualche verso mio.

Amore, amare, mare, terra, cielo…
nuovi universi, lune, stelle e soli…

Non scriverò d’omerici vascelli,
di una strega da tramutare in fata,
di un seno sotto trasparente seta,
o del viaggio verso un lungo bacio.

Ancora prima di tentar poesia,
facile preda mi do a Morfeo
e nebuloso mi diventa il tutto
nel sogno incerto che andrò a fare.

Ed é mattina, col sole alto di già,
mentre a registro il ricordo metto.
Sembra passato tanto di quel tempo
e invece… in una man conto le ore.

Aurelio Zucchi

Il restauratore

Il restauratore ha ricordi da micromosaici
tesserine cocci d’anima
dei colori inventati dal cielo
come i tramonti
e le albe
che sono sempre loro
manòn … ma non sono mai uguali…
come i fiori 
che tu sai tagliare quando…
quando ancora non sono… 
nel tuo vaso d’ingresso…
tu sei il Restauratore
tu sai rincollare i cocci e l’amore.

Enrico Tartagni

Published in: on luglio 9, 2012 at 07:38  Comments (3)  
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Anima pura

non ammortizza più
l’anima opaca che stringo,
e sonde e gangli stranieri
la passano e storpiano incauti.
M’accovaccio nel cielo,
ridisegno un feto.
Rarefatta, l’aria che sento
è più amniotica di mari di sale,
più madre di terre argillose;
un cordone saprà riportarmi
nella mano che mi ha generato,
e il mio essere sempre in cammino
saprà ripartire dal pianto.

Flavio Zago

Published in: on luglio 9, 2012 at 07:36  Comments (4)  
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Notturno

NOCTURNO

Los que auscultasteis el corazón de la noche,
los que por el insomnio tenaz habéis oído
el cerrar de una puerta, el resonar de un coche
lejano, un eco vago, un ligero ruido…

En los instantes del silencio misterioso,
cuando surgen de su prisión los olvidados,
en la hora de los muertos, en la hora del reposo,
¡sabréis leer estos versos de amargor impregnados!…

Como en un vaso vierto en ellos mis dolores
de lejanos recuerdos y desgracias funestas,
y las tristes nostalgias de mi alma, ebria de flores,
y el duelo de mi corazón, triste de fiestas.

Y el pesar de no ser lo que yo hubiera sido,
y la pérdida del reino que estaba para mí,
el pensar que un instante pude no haber nacido,
¡y el sueño que es mi vida desde que yo nací!

Todo esto viene en medio del silencio profundo
en que la noche envuelve la terrena ilusión,
y siento como un eco del corazón del mundo
que penetra y conmueve mi propio corazón.

§

Voi che avete auscultato il cuore della notte,
voi che nell’ostinata insonnia avete udito
un chiudersi di porte,  il rumore di vetture
lontane, un’eco vaga, un leggero fruscio…

In quegli istanti di silenzio misterioso
quando sorgon dal loro carcere gli obliati,
nell’ora dei defunti, nell’ora del riposo,
leggerete i miei versi d’amarezza impregnati.

Come in un vetro io verso in essi i miei dolori,
i remoti ricordi, le disgrazie funeste,
le meste nostalgie dell’anima inebriata,
la pena del mio cuore, triste in mezzo alle feste.

Dolore di non essere quello che avrei potuto,
perdita del reame per il quale ero nato,
pensiero che un istante decise la mia vita,
sogno ch’è l’esistenza da quando sono stato!

Tutto mi giunge in mezzo al silenzio profondo
in cui la notte avvolge la terrena illusione
e sento come un’eco del gran cuore del mondo
che penetra e commuove il mio cuore in ascolto.

RUBÉN DARIO

Vorrei esistere

ma sto precipitando
aggrappato ai tuoi pensieri che non conosco
lapilli che bruciano carne
lame che tagliano le mie mani
in cerca di un tesoro incustodito
eppure mai violato

Vedo tue parole inseguirsi
le une attaccate alle altre
Scivolano
posso solo immaginare
su pagine di acqua gelida e scura
dove io non riesco a nuotare

Provo ma non so fermare
quest’idea che m’assale
e violenta il mio corpo indifeso
come campo di grano seminato
ingiallito bruciato e poi spaccato
dal suo amico aratro, compiaciuto

Vorrei esistere anche e solo
in un filo dei tuoi pensieri
senza rubarti tempo
senza rubarti niente
come il nostro ieri
quando mi hai donato altra vita
dove l’anima tua non mentiva

Gavino Puggioni

Published in: on luglio 6, 2012 at 07:47  Comments (5)  
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Anima mia

Anima mia
chiudi gli occhi
pian piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco
delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

NAZIM HIKMET

Published in: on luglio 5, 2012 at 07:41  Comments (2)  
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Amnesia

( ho visto, ho udito, ho trovato )

In un mondo che è cambiato
poi mi sono ritrovato
a scoprir chi mai io ero
senza il peso del pensiero.

Ecco qua quel che mi resta
della notte la tempesta
e il fulmine cascare
e il tuono poi arrivare
e il vento sollevarsi
e l’albero spogliarsi
e dell’alba la sua aurora
e una vecchia tutta sola
e le nuvole nel cielo
e dell’anima il disgelo
e una mano sulla spalla
che ti fa tornare a galla
un sorriso regalato
che non ho
poi ricambiato
camminar
e ritrovar poi la fede
quella cui
a un Dio si crede
riscoprir l’odor del pane
e le mani tesser lane
contadini trebbiare il grano
e una penna nella mano
dei bambini in girotondo
che cambiar possono il mondo
e un vecchio tra i rifiuti
nella fame Dio l’aiuti
una rosa calpestata
che qualcuno l’ha gettata
quando dormon tutti quanti
nella notte siamo in tanti
camminare a piedi nudi
il sudore sulla fronte
e dei piedi le mie impronte
una spada di cartone
e di un bimbo l’emozione

e l’amor e la sua pazzia
e del mondo la follia
e gli sguardi sconosciuti
e il mondo e i suoi rifiuti
lavorare venti ore
sentir batter forte il cuore
dagli sbagli poi imparare
che l’immenso è del mare

e la pace che è su un monte
nel silenzio che ho di fronte
e una lacrima che scende
chi alla vita non si arrende
e in un letto di ospedale
quella forza di lottare
di chi soffre e poi sta male
e all’ospizio della gente
che ha qualcun non serve a niente

e se senti un tuffo al cuore
quello li è il vero amore
e dell’anima il lamento
e del cuore il suo tormento
e se poi non sei ricambiato
conta quello che hai provato
e la gente che correva
dietro cosa non sapeva
un’amica che soffriva
e luna che spariva

ho sentito poi parole
spaccar pietra intorno al cuore
colorare con le dita
che comunque questa è vita
che gli sbagli tutto in fondo
li fan tutti in questo mondo

e se non siamo tutti uguali
se cerchiamo abbiamo l’ali
io ho trovato il mio cammino
se mi incontri sarà il destino
ecco qua quel che ricordo
caso mai poi me lo scordo

Pierluigi Ciolini

Pensiero

 
La mente
esalta
l’anima
e
l’invola
al cielo
stellato…
da fantastiche,
evanescenti
immagini
Concreto
è
il miraggio
Vivo
e forte
il pensiero
sprezzante
e
sicuro
Supremo…
profana
gli indugi
avverso
la realtà
che opprime,
e
incatena…
il cuore

Ciro Germano

Published in: on luglio 2, 2012 at 06:52  Comments (4)  
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