
prima
non termina il viaggio,
la nòia, precipuo sènso di trepidi oggi, non c’è più, ma stanchezza battaglia coraggio o viltà. . So di esser vile, non mi annoio, mi stanco,
ammirando bellezze di Sogno.
Irreale la vita di sempre
è male tristezza, bisogna guardarsi d’intorno.
.
Al
risveglio, la pelle, pendente al mio collo, rupìta da’ solchi rugosi, profondi, marcati, segnano fronte spaziosa,
e improntano gli occhi
di zampe.
.
E
la testa, capo con radi capelli, di grigio canuto, tremante, amètrope, mentre il ventre, gonfiato cascante adiposo, partécipa totale al biorìtmo del viaggio. .
La continua illusione,
creata dal sogno, giovinezza di onirico verbo dormo… Apro gli occhi invecchiati. Lucido alfine sveglio scorgo la pista. Finita…
.
Un
viaggio di nome partenza tornata: in esso ritrovo la fonte, la lama di Luce dall’Ombre. Sgregato mi fondo nell’Altra come avevo sperato. Per sempre.