
Ticchettio di ore


Natura autunnale


Ai miei genitori
Ronzio della preoccupazione
Stordisce il capo mio
Biglie che volano all’interno dei miei pensieri
Giocano alla roulette
Urtano fra loro per rimbombare ogni istante alla
Paura di questa vita, aspettando il
Numero che mi tocca
Resto accanto inferma,
guardo gli occhi loro, dove tutto capto
dove la verità esplode senza parole e
con pazienza e amore
tengo strette le briglie di
questa ingannevole vita

Solo


Violino antico
Suonava per la via il suo violino antico,
magico strumento reso scuro dal tempo.
Antiche, straniere e struggenti armonie
fluivano nell’anima mia portate dal vento.
Le agili dita sulle tese corde danzavano,
il capo ondeggiante, gli occhi socchiusi,
cercar pareva nella mente melodie
che scese dal cielo i cuori riempivano.
Disegnava nell’aria magiche figure
quell’arco da maestra mano guidato,
viaggiarono ascoltate nel tempo, ballate
in notti dall’odore di tizzone bruciato,
nel profumo di candele in sale fastose,
nel momento di tregua di un povero soldato,
nelle feste gitane sulle vie polverose,
accarezzando il cuore delle novelle spose.
Al tempo sopravvisse quel magico liuto,
simbolo è la musica di arte immortale.
Da quante mani fu suonato, posseduto
e quante mani ancora, dopo l’avranno.
Piccolo, grandioso strumento d’armonia,
tra mille mani perpetuerai il tuo viaggio,
è tuo destino suonar di tristezza e allegria
con nuovi padroni dal cuore randagio.
È questo che pagherai come ovvio tributo,
da un uomo sei nato e con lui hai vissuto.
Scivola nell’aria una malinconica sinfonia,
vola lasciando dietro struggente traccia,
si allontana da me cercando un’altra via
oppure un’assolata e solitaria piazza.

Davvero
Davvero verranno ancora giorni di perdono e di grazia
e camminerai nel campo come l’ingenuo viandante.
La pianta dei tuoi piedi nudi accarezzerà i fili d’erba,
e le sommità delle spighe ti pungeranno, e la loro puntura sarà dolce,
oppure la pioggia ti sorprenderà, con la massa battente delle sue gocce
sulle spalle, sul petto, sul collo e ti rinfrescherà il capo.
Davvero camminerai ancora nei campi e la quiete si diffonderà in te,
respirerai il profumo del solco trovando pace a ogni respiro
vedrai il sole nello specchio della pozza dorata
le cose e la vita saranno semplici e sarà permesso toccarle
e sarà permesso, permesso, permesso amare.
Camminerai nei campi da sola,
non ti brucerai nella vampa degli incendi,
in strade indurite dal terrore e dal sangue.
E con cuore sincero sarai di nuovo umile e docile
come un filo d’erba, come un essere umano,
cui è permesso, permesso, permesso amare.
LEAH GOLDBERG

O capo insanguinato
O HAUPT VOLL BLUT UND WUNDEN
O Haupt voll Blut und Wunden,
Voll Schmerz und voller Hohn,
O Haupt, zum Spott gebunden
Mit einer Dornenkron;
O Haupt, sonst schön gezieret
Mit höchster Ehr’ und Zier,
Jetzt aber höchst schimpfieret:
Gegrüßet sei’st du mir!
Du edles Angesichte,
Davor sonst schrickt und scheut
Das große Weltgewichte,
Wie bist du so bespeit!
Wie bist du so erbleichet!
Wer hat dein Augenlicht,
Dem sonst kein Licht nicht gleichet,
So schändlich zugericht’t?
§
O capo insanguinato del dolce mio Signor,
di spine incoronato, straziato dal dolor:
perché son sì spietati gli uomini con Te?
Ma sono i miei peccati! Gesù, pietà di me.
O Volto sfigurato da immani crudeltà,
le piaghe han oscurato l’augusta Tua beltà:
infondi in me una stilla di sangue redentor,
accendi una scintilla d’amore nel mio cuor.
Signore, dolce Volto di pena e di dolor,
o Volto pien di luce, colpito per amor.
Avvolto nella morte, perduto sei per noi.
Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.
Nell’ombra della morte resistere non puoi.
O Verbo nostro Dio, in croce sei per noi.
Nell’ora del dolore ci rivolgiamo a Te.
Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.
JOHANN SEBASTIAN BACH
(dalla Passione Secondo Matteo, Corale 63)

Vecchiezza


Continua il tuo sogno scanzonato

Elide Colombo
