Non potrai

Non potrai chiudermi in un angolo,
scacciarmi dal tuo esistere e andare
da sola per quella strada che finisce
nella nebbia dell’ignoto eterno domani
Non potrai prendere di me i gesti,
le parole, i sorrisi, il sudato corpo che
al tuo si unì tra silenzi e grida d’amore
in una stanza sul mare dove il tempo
era eternità e noi frammenti di universo.
Non potrai, amore mio, non potrai di me
giocarti fuggendo dai giorni inventati
da noi per sfidare la vita che restava,
la gente che di noi l’amore invidiava.
Se fu per amore lo stringersi le mani
che disperate nell’altre amore cercavano,
sarà per amore l’ultima stretta quando
di te la mano dalla mia scivolerà stanca
di una vita lastricata di dolori e offese.
Non potrai amore mio negarmi il diritto
di baciare i tuoi occhi socchiusi, parlarti
di noi e della nostra povera felicità rubata
mentre lentamente scivoli nell’oblio
e nel faticoso ricordo sorriderai di noi.
Se tuo fu il diritto di essere amata,
mio fu quello di prendere tutto di te,
anche il dolore che mi regalerai quando
il nostro tempo sarà un pendolo fermo,
un ora, una data nel calendario del cuore.
In quella stanza sul mare qualcuno
sentirà i nostri sussurri, i nostri gemiti
e sarà ancora amore tra noi perché
non ti lascerò andar via da sola, perché
sarà ancora mio quell’amore dal quale
scacciarmi vorresti.

Claudio Pompi

Se mi allungassi per ogni desiderio

il mio corpo
sottile e leggero
arriverebbe persino a toccare le stelle
e per ogni stella accarezzata
una speranza accolta.
così via, fino al prossimo desiderio
la prossima fermata.
questa è la storia
del nostro allungamento
nella notte stellata
l’amore è un mezzo potente
l’amore ci salva
se c’è bontà nei nostri cuori
la natura si fida.
in dono due piccoli occhi
la civetta ora è salva!
camminiamo ancora insieme
guardando le nostre mani…
non sono più vuote.

Michela Turchi

Published in: on luglio 8, 2012 at 07:25  Comments (8)  
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Vorrei esistere

ma sto precipitando
aggrappato ai tuoi pensieri che non conosco
lapilli che bruciano carne
lame che tagliano le mie mani
in cerca di un tesoro incustodito
eppure mai violato

Vedo tue parole inseguirsi
le une attaccate alle altre
Scivolano
posso solo immaginare
su pagine di acqua gelida e scura
dove io non riesco a nuotare

Provo ma non so fermare
quest’idea che m’assale
e violenta il mio corpo indifeso
come campo di grano seminato
ingiallito bruciato e poi spaccato
dal suo amico aratro, compiaciuto

Vorrei esistere anche e solo
in un filo dei tuoi pensieri
senza rubarti tempo
senza rubarti niente
come il nostro ieri
quando mi hai donato altra vita
dove l’anima tua non mentiva

Gavino Puggioni

Published in: on luglio 6, 2012 at 07:47  Comments (5)  
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L’appuntamento

C’è chi ti chiama a torto sorella,
c’è chi stupido ti cerca e ti adora,
c’è chi poeta ti chiama signora,
chi come me dalla mente ti cancella

Io per te non nutro nessuna stima
la tua presenza odiosa non accetto,
fastidio è sentirti respirare vicina
stando ad un passo dal mio letto.

Non perdi la minima occasione
per mostrare il fascino perverso
che in me scenda come attrazione
e a te mi leghi per sempre e perso

Verrà purtroppo il dì dell’incontro,
sarai tu a decidere, stanca dell’attesa,
il modo e lo scenario del confronto
ma è certo che di me non vedrai la resa.

Semmai sarò il tuo fedele sposo
lo sarò con quell’abito che mi resta.
Ti donerò il mio corpo nudo e corroso,
donato avrò alla vita quello della festa.

Claudio Pompi

Un gelido soffio di vento

(alla mia mamma)

Un gelido soffio di vento,
nella stanza indifesa
sono scolpiti
tredici lunghi anni,
adesso sei più bianca
di una lacrima
più eterea di una nuvola
più azzurra del cielo
che svetta sulla mia testa
più infinita dell’orizzonte
che lo sguardo brama rapito,
sei tornata sole nel sole
vento nel vento
continui a starmi accanto
aura ed ombra al mio corpo
non sei svanita nel nulla
sei tornata all’eterna dimora d’Amore:
respiri serena la luce divina dell’Universo.

Roberta Bagnoli

Published in: on luglio 4, 2012 at 07:13  Comments (7)  
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M’è cara solitudine

M’è cara, solitudine, soltanto dopo amore;
come m’è caro il verde dell’acqua
e l’ogni vista, sul marmo delle belle fontane
dove china
mettevi bocca e gonna scozzese.
E me, vicino, nel tentativo poco riuscito di salvare
almeno i piedi dalle freddate
dai ricami, che intorno al labbro e fino ai tuoi nei
ti usava il sole.
M’è cara come certe conchiglie da non dire
quell’utopia che in mezzo alle gambe
altro che mare!
E che mostrare corpo regina!
Da un balcone, un parapetto
o altre prospettiche teatrali.
M’è cara come tua consistenza, come il melo
che l’ombra catapulta sopra la rete e il prato;
m’è cara come prima del sonno la tua vena
la pulsazione e il pari respiro,
la tua coscia
e l’ombelico che non sta zitto, neanche a notte.

Massimo Botturi

Boato di silenzio (Alla donna sola)

Ti offro il mondo in una semplice rosa
profuma d’intensità racchiusa
come il mio eros,
è un esplicito sos
che non posso mandarti
in un anonimo sms,
se ne andrebbe il mio futuro
rapito dall’audace risposta.
Ti offro il mondo
nel mio corpo devastato
dalle lusinghe dell’attesa,
ti offro tutto
ma in cambio non ho niente
solo orgasmo solitario e prolungato,
solo un misero boato di silenzio.

Roberta Bagnoli

Published in: on giugno 22, 2012 at 07:17  Comments (6)  
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Non di sole parole

Forse dovrei smettere
scrivere è quasi impudicizia
sulla terra che scuote di povericristi
case e cose

sopravvissuta a intemperanze
geofisiche letali
redigo gli atti
di permanenza usucapione
in questo corpo che mi sopravvive

come se cibo e acqua e il bene perso
risiedessero in questo mio sentire

Se fosse importante!
È invece una distanza senza metrica
distrazione da verso fatuo
l’essermi posta al margine del mondo
in una sacca d’ordine apparente.

Cristina Bove

Contatto

Accarezzo con mano leggera, quasi a sfiorare,
il tuo corpo disteso al mio fianco,
con occhi chiusi lasci scorrere il tempo, vorrei fermarlo,
troppi sono gli anni che le mie mani ti sfiorano.
Il tempo a me segnato si accorcia inesorabilmente.
Mi restano i ricordi di notti meravigliose trascorse
a sognare un futuro migliore, viaggi lontani,
tramonti in riva al mare, scalate e rifugi tra i nostri monti.
Ora ricordo il passato,
quel passato diviso in due nel bene e nel male,
sempre solo noi.
Non voglio staccare questa mia mano dal tuo corpo assonnato,
non voglio spegnere questo incanto,
creato da un contatto innocente come una carezza.
Inconsapevole tu dormi, un respiro profondo scuote le tue membra
Quasi fosse una risposta ai miei pensieri.
Un grazie dato attraverso il contatto di due corpi inseparabili da sempre.

Gianna Faraon

Mia

Un sogno forte
e tra le mani solo polvere
rincorsa assurda d’una felicità
nei prati colorati di rosso.
Profumo d’oblio
devasta il cuore
la mente è nebbia
nelle sere stanche di pioggia.
Vene azzurre di mare
è onda che torna
questo battito anomalo
le braccia intorno
ad abbracciare me stessa
il mio corpo l’anima
un puzzle da rimettere insieme
per sentire che sono mia.

astrofelia franca donà