Non potrai chiudermi in un angolo,
scacciarmi dal tuo esistere e andare
da sola per quella strada che finisce
nella nebbia dell’ignoto eterno domani
Non potrai prendere di me i gesti,
le parole, i sorrisi, il sudato corpo che
al tuo si unì tra silenzi e grida d’amore
in una stanza sul mare dove il tempo
era eternità e noi frammenti di universo.
Non potrai, amore mio, non potrai di me
giocarti fuggendo dai giorni inventati
da noi per sfidare la vita che restava,
la gente che di noi l’amore invidiava.
Se fu per amore lo stringersi le mani
che disperate nell’altre amore cercavano,
sarà per amore l’ultima stretta quando
di te la mano dalla mia scivolerà stanca
di una vita lastricata di dolori e offese.
Non potrai amore mio negarmi il diritto
di baciare i tuoi occhi socchiusi, parlarti
di noi e della nostra povera felicità rubata
mentre lentamente scivoli nell’oblio
e nel faticoso ricordo sorriderai di noi.
Se tuo fu il diritto di essere amata,
mio fu quello di prendere tutto di te,
anche il dolore che mi regalerai quando
il nostro tempo sarà un pendolo fermo,
un ora, una data nel calendario del cuore.
In quella stanza sul mare qualcuno
sentirà i nostri sussurri, i nostri gemiti
e sarà ancora amore tra noi perché
non ti lascerò andar via da sola, perché
sarà ancora mio quell’amore dal quale
scacciarmi vorresti.
Non potrai

Adusta fonte
Gorgoglia un rubinetto,
par l’ultimo versare,
neppure più un mottetto
l’anima a riscaldare.
La musa cui mi volsi,
pietosa mi rispose
se taglierai i tuoi polsi,
farai fiorir le rose.
M’abbeverar di sangue
la terra screpolata
affossa ciò che langue,
poesia darà malata.
Meglio sarà sperare
nel tempo e le stagioni,
piuttosto che azzardare
risibil soluzioni.
Così dentro il mio cuore
rimane un desiderio
che gemmi dall’amore
almeno un verso serio !

Per un tuo inaspettato

Danila Oppio

La mia musa
Meine Muse steht an der Ecke
billig gibt sie jedermann
was ich nicht will
wenn sie fröhlich ist
schenkt sie mir was ich möchte
selten hab ich sie fröhlich gesehen
Meine Muse ist eine Nonne
im dunklen Haus
hinter doppeltem Gitter
legt sie bei ihrem Geliebten
ein Wort für mich ein
Meine Muse arbeitet in der Fabrik
wenn sie Feierabend hat
will sie mit mir tanzen gehen
Feierabend
ist für mich keine Zeit
Meine Muse ist alt
sie klopft mir auf die Finger
kreischt mit ledernem Mund
umsonst Narr
Narr umsonst
Meine Muse ist eine Hausfrau
nicht Leinen
Worte hat sie im Schrank
Selten öffnet sie die Türen
und gibt mir eins aus
Meine Muse hat Aussatz
wie ich
wir küssen einander den Schnee
von den Lippen
erklären einander für rein
Meine Muse ist eine Deutsche
sie gibt keinen Schutz
nur wenn ich in Drachenblut bade
legt sie die Hand mir aufs Herz
so bleib ich verwundbar
§
La mia musa sta sull’angolo della via
Dà a ciascuno quasi per niente
Ciò che io non voglio
Quando è allegra
Mi regala ciò che vorrei
Rare volte l’ho vista allegra
La mia musa è una suora
Dietro una doppia grata
Sussurra al suo Amato
Una parola per me
La mia musa lavora in fabbrica
Quando stacca la sera
Vuol portarmi a ballare
Di staccare per me
Non è mai tempo
La mia musa è una vecchia
Mi colpisce con le nocche
Strilla con labbra di cuoio
Invano o folle
O folle invano
La mia musa è una casalinga
Niente biancheria
Ha le parole nel suo armadio
Raramente ne apre gli sportelli
E me ne offre una
La mia musa ha la lebbra
Proprio come me
Ci baciamo l’un l’altra
Via la neve dalle labbra
Per dirci puliti a vicenda
La mia musa è tedesca
Non dà protezione
Ma se mi bagno nel sangue del drago
Mi mette la mano sul cuore
E così mi fa invulnerabile
HEINRICH BÖLL

Perfidia
Nadie comprende lo que sufro yo
Tanto que ya no puedo sollozar
Solo temblando de ansiedad estoy
Todos me miran y se van
Mujer, si puedes tú con Dios hablar
Pregúntale si yo alguna vez
Te he dejado de adorar
Y al mar, espejo de mi corazón
Las veces que me ha visto llorar
La perfidia de tu amor
Te he buscado por dondequiera que yo voy
Y no te puedo hallar
Para qué quiero tus besos
Si tus labios no me quieren ya besar?
Y tú quién sabe por dónde andarás
Quién sabe qué aventura tendrás
Qué lejos estás de mí
§
Nessuno capisce il dolore che provo
È così grande che non riesco nemmeno a singhiozzare
Solo e tremante d’ansia
Tutti mi guardano e se ne vanno
Donna, se puoi parlare con Dio
Chiedigli se io qualche volta
Ho smesso di amarti
E al mare, specchio del mio cuore
Quelle volte in cui mi ha visto piangere
Le perfidia del tuo amore
Ti ho cercato in ogni luogo in cui vado
Ma non riesco a trovarti
Perché volere i tuoi baci
Quando le tue labbra non mi vogliono baciare?
E tu, chi lo sa dove andrai
Chissà che avventure avrai
Quanto sei lontana da me
ALBERTO DOMÌNGUEZ BORRAZ

Io non poeta
La poesia, quella di stanotte,
é intrappolata in un non so dove,
in un pertugio posto in fondo al cuore
o, dentro l’anima, in un buco nero.
Vuole silenzi che non le so dare
quando il cuscino giro e poi rigiro,
se piede al piede insisto a frizionare
o gratto ciglia fino a farmi male.
La strada che dovrebbe esser muta
disturbo arreca con i suoi rumori
e il sussulto della sveglia odiosa
scandisce tempo solo da fermare.
Io non poeta sono prigioniero
o, meglio ammettere, assai incapace
di catturare lemmi uno alla volta
per incastrarli in qualche verso mio.
Amore, amare, mare, terra, cielo…
nuovi universi, lune, stelle e soli…
Non scriverò d’omerici vascelli,
di una strega da tramutare in fata,
di un seno sotto trasparente seta,
o del viaggio verso un lungo bacio.
Ancora prima di tentar poesia,
facile preda mi do a Morfeo
e nebuloso mi diventa il tutto
nel sogno incerto che andrò a fare.
Ed é mattina, col sole alto di già,
mentre a registro il ricordo metto.
Sembra passato tanto di quel tempo
e invece… in una man conto le ore.

L’ipocrita

esternare a tutti
i pensieri reconditi
senza soffocare la voce
nel profondo dell’animo,
e
gridare al mondo
senza reprimere
le proprie emozioni
Amare e gioire
senza remore
e
senza sopprimere
con la censura
Esprimere …
liberamente
ciò che il cuore
invola,
senza il divieto
della ragione
Ma,
l’uomo è un ipocrita…
ed io della specie

Violetta


Con la catena ferma
Stretto dalla nebbia
come un raggio
chiuso nel cerchio
imbocco l’orizzonte
che conosco
e riconduco il cuore
dove fui tentato dalla vita
per una riga dolce
di memorie…
questo rammentare
penetra l’onda
di un qualche episodio,
procedo zoppicante
lungo l’itinerario
coi propositi
di mutare gli articoli
riesumando i morti
dalla pendice
dove posso volare
con lo sguardo
senza precipitare.
