Mi sono accorto
di non sapere della risacca,
di non sapere della forma delle nuvole
e neanche dell’anima dei sassi.
Ho pianto affacciato
sul buco nero del pozzo,
ho perso la faccia nel fondo
gettando riflessi senza ritorno.
Mi sono aggrappato
alle mie poche certezze
assaporandole una per una.
Le ho trovate scipite,
con retrogusto amaro.
Si è rotto lo specchio
in doppiopetto vestito
con i diplomi incorniciati alla parete.