Hai mani larghe

hai mani larghe capienti e morbide
nel palmo vi deposito di me
pensieri racchiusi in gusci di noce
mandorle ancora in fiore
nocciole pronte da mettere sotto i denti
piene di sapore da far girare in bocca
e bacche rosse, mirtilli, fragoline di bosco
vi metto tutti gli odori che conosco
di erbe foglie terra e cortecce e muschio
il resto è acqua che scivola fra le dita
sorgente chiara acqua di fonte
che scorre fra le rocce dure esce dalla terra
dal profondo da strati sedimentati che non conosciamo
a cui ci abbeveriamo e non sappiamo

azzurrabianca

Poesia quasi d’amore

Che quasi non mi vedi,
che quasi non mi senti.
Che quasi ti ho baciata e il sapore è un calendario
un chiavistello per le abitudini
un rosario; che non ricordo più le preghiere
neanche i sassi
sotto le scarpe mezze slacciate
nelle mani, di chi meglio di dio ha trovato altro da fare.
Lanciare foglie quasi a colpirne cento
uccelli, un quasi rondine a sera, un quasi amore
per quelle canottiere pulite a sgocciolare
per quelle motorette a freddare
per le madri, svogliatamente nude
che smorzano la luce.
Che quasi vedi bene lo stesso, il prato è bianco.
La polvere sottile nell’occhio della notte,
la lacrima che scappa a pulirlo
e un quasi è bello
sapere le tue braccia che prima o poi verranno.

Massimo Botturi

Violetta

.
Sorridi
palpito
odoroso
tra radici
affioranti.
Cuore
di velluto
stretta
in foglie
a rosetta
timida
presenza
in semplice
umiltà.
.
Graziella Cappelli
Published in: on luglio 10, 2012 at 07:35  Comments (8)  
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Verrà settembre

portando
nettare d’uva
nelle vigne
foglie
orlate di giallo.
Vagherò
nelle sere
senza domani
per viottoli
tra girasoli
ricurvi.
Splenderà
ancora nel brullo
quel fiore
azzurino
a campanule
delicato
straripante
di sentimento.

Graziella Cappelli

Published in: on giugno 22, 2012 at 07:35  Comments (12)  
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Mr. Tambourine Man

Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.

Though I know that evenin’s empire has returned into sand,
Vanished from my hand,
Left me blindly here to stand but still not sleeping.
My weariness amazes me, I’m branded on my feet,
I have no one to meet
And the ancient empty street’s too dead for dreaming.

Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.

Take me on a trip upon your magic swirlin’ ship,
My senses have been stripped, my hands can’t feel to grip,
My toes too numb to step, wait only for my boot heels
To be wanderin’.
I’m ready to go anywhere, I’m ready for to fade
Into my own parade, cast your dancing spell my way,
I promise to go under it.

Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.

Though you might hear laughin’, spinnin’, swingin’ madly across the sun,
It’s not aimed at anyone, it’s just escapin’ on the run
And but for the sky there are no fences facin’.
And if you hear vague traces of skippin’ reels of rhyme
To your tambourine in time, it’s just a ragged clown behind,
I wouldn’t pay it any mind, it’s just a shadow you’re
Seein’ that he’s chasing.

Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.

Then take me disappearin’ through the smoke rings of my mind,
Down the foggy ruins of time, far past the frozen leaves,
The haunted, frightened trees, out to the windy beach,
Far from the twisted reach of crazy sorrow.
Yes, to dance beneath the diamond sky with one hand waving free,
Silhouetted by the sea, circled by the circus sands,
With all memory and fate driven deep beneath the waves,
Let me forget about today until tomorrow.

Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.

§

Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
Sebbene io so che l’impero della sera si è trasformato in sabbia
Svanito dalle mie mani
resto qui cieco ma ancora insonne
la mia stanchezza mi stupisce, sono fisso sui miei piedi
non ho nessuno da incontrare
e la vecchia strada vuota è troppo morta per sognare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
Portami in un viaggio sulla tua magica nave turbinante
i miei sensi sono spogli, le mie mani non hanno presa
le dita dei miei piedi troppo intorpidite per camminare
aspettano solo i tacchi dei miei stivali per vagabondare
Sono pronto per andare dovunque, sono pronto a svanire
nella mia parata personale, lancia il tuo incantesimo danzante,
prometto di sottopormici
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
Sebbene tu senta ridere, ruotare, dondolare follemente attraverso il sole
ciò non è indirizzato a nessuno, semplicemente sta scappando di corsa
e tranne che il cielo non trova barriere
E se tu senti vaghe tracce di mulinelli di rime saltellanti
al tempo del tuo tamburino, non è altro che un lacero pagliaccio
Fosse per me non gli presterei alcuna intenzione, vedi bene che è solo
un’ombra quella che insegue
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
Allora fammi scomparire tra gli anelli di fumo della mia mente
giù nelle brumose rovine del tempo, lontano dalle foglie gelate
dai terrifici alberi infestati dai fantasmi, su spiagge ventose,
fuori dal corso attorcigliato del folle dolore
Sì, danzare sotto il cielo adamantino con una mano che fluttua libera
stagliata contro il mare, con intorno un cerchio di sabbia,
con i ricordi ed il destino persi nelle onde
lasciami scordare l’oggi fino a domani
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò

BOB DYLAN

Di un sogno già sognato. Luci di pensieri

 
Sorgeva l’alba ed attraverso
il ciel di madreperla, lenta
una nuvola saliva.
.
Nella serenità
di quel mattino splendeva il cielo
ed ogni fiore auliva e come bianca perla
sopra petali e foglie ancor tremava
in ogni stilla  rugiada.
 .
Dolce mese
dei fior, tiepido Maggio, con i tuoi olezzi
erranti,  tuoi profondi tripudi di colori
nelle aiuole … e forse solo azzurri
in altri mondi.
 .
Ecco: squarciando
il velo estremo, un raggio scende
dritto sopra fiori, al sole esultano
le viole. Sorridono i gigli al consueto
dolce amico loro, sotto la pioggia
d’oro, alzando lenti mormorii e bisbigli.
.
Sognavo. Vedevo un’agile persona
andare per i fulgidi sentieri. Incognita
signora, tutta cinta di Luci di Pensieri,
come una fata sospiratabuona.
.
Che Ella sia l’Aurora onde il mondo
s’indora, rivestita di rose, rosa
scesa dal cielo sull’ala pia d’un raggio
a ghirlandare il Maggio di splendori
e profonder d’amor tutte le cose?
.
Era un sogno di luce, già sognato,
un pensiero scendeva dentro il cuore,
un pensiero dolcissimo soave
dalle mie labbra appena mormorato.
.
Ella intese completo il mio tremore
quando caduto prono ai suoi ginocchi
le chiesi: m’ami anch’ora che sei morta?
Intorno a noi tremavan tutti i rami
quand’Ella mi rispose: «Sì», con gli occhi…
.
Erano glauchi i mistici giacinti,
i geràni vermigli. Parean tra lor
più fortemente avvinti esili ciclami
a edere tristi. Le gardenie e i gigli
avevano bisbigli, assieme alle verbene
vaniglie e gelsomino alzavan nel mattino
cantilene d’amor dolci e serene …

Paolo Santangelo

Orme di sabbia

Arrancano i ricordi di un sentiero,
di foglie e ricci secchi per tappeto,
scricchioli autunnali sempre amati,
da sandali di gomma avventurieri.
Scioglievano i colori novembrini,
confusi da giudizi ancora acerbi,
profumi amici di brusii lontani
e nudi nidi, sui legnosi arti;
sfioravano le punte nubi incaute,
il cielo era lì, poco discosto,
e come un album da ricolorare,
offriva forme alla mia bocca aperta.
Ma i giorni lo stradino hanno scordato
e quando son tornato per cercare,
i rovi mi hanno dato il benvenuto
e non sapevo più dove guardare.
Invecchia l’uomo e riga sulla fronte:
è ruga d’oro scritta dal tragitto,
che se non si percorre più sovente,
svanisce, righiottita dagli sterpi.

Flavio Zago

Stelle d’autunno

Esil mi guardan
sospirando luce
e fra brusii e silenzi
si logora il tempo
della notte intanto
a bramar
del vento il canto
che fremer fa
le foglie in pianto

Pierluigi Ciolini

Published in: on giugno 9, 2012 at 07:30  Comments (6)  
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Agosto 2004

Come foglie cadenti si è spento il tuo amore
Un dì nella mia dimora il telefono squillava per me
Eri tu che mi cercavi eri tu che mi volevi

Ora con volto adirato mi eviti e ti allontani
Dove ho sbagliato non so
Ci ho pensato e ripensato ma nulla ho trovato
Nulla che giustificasse il tuo gran rifiuto

Forse tu sei cambiata e da me più ti aspettavi
Forse ad altro stai pensando
Di sicuro nei tuoi sentimenti più non vivo
E deluso rimango senza sapere il perché

Marcello Plavier

Published in: on giugno 1, 2012 at 07:22  Comments (4)  
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L’albero osserva

Quell’albero si erge
ha immerso le sue radici in profondità
in una terra che sorprende.

Ci guarda
tante cose avrebbe da raccontare
lì fermo da secoli
ad osservare.

I rami si aprono in un intreccio armonioso
alla ricerca di luce
di aria pura.

Le foglie risuonano di dolci armonie
centillano rintocchi di cielo
brezze leggere accarezzano.

Attendono gli uccelli
che tornano al loro nido
rifugio di sempre

Maristella Angeli