Parlano silenziose, scavano a fondo, come un aratro ad abradere il torpore del silenzioso maggese. Furtivo, il raggio di sole dà vita alle zolle, così il calore dà sollievo alle pene, ai tumultuosi pensieri … celati, in rivolta. Così, inerme, in prezioso abbandono, la mente s’arrende, distesa adesso come docil quadro al suo pittore, tra le tue mani a cornice, la pace, come nella campagna presto al mattino.
In un mondo che è cambiato poi mi sono ritrovato a scoprir chi mai io ero senza il peso del pensiero.
Ecco qua quel che mi resta della notte la tempesta e il fulmine cascare e il tuono poi arrivare e il vento sollevarsi e l’albero spogliarsi e dell’alba la sua aurora e una vecchia tutta sola e le nuvole nel cielo e dell’anima il disgelo e una mano sulla spalla che ti fa tornare a galla un sorriso regalato che non ho poi ricambiato camminar e ritrovar poi la fede quella cui a un Dio si crede riscoprir l’odor del pane e le mani tesser lane contadini trebbiare il grano e una penna nella mano dei bambini in girotondo che cambiar possono il mondo e un vecchio tra i rifiuti nella fame Dio l’aiuti una rosa calpestata che qualcuno l’ha gettata quando dormon tutti quanti nella notte siamo in tanti camminare a piedi nudi il sudore sulla fronte e dei piedi le mie impronte una spada di cartone e di un bimbo l’emozione
e l’amor e la sua pazzia e del mondo la follia e gli sguardi sconosciuti e il mondo e i suoi rifiuti lavorare venti ore sentir batter forte il cuore dagli sbagli poi imparare che l’immenso è del mare
e la pace che è su un monte nel silenzio che ho di fronte e una lacrima che scende chi alla vita non si arrende e in un letto di ospedale quella forza di lottare di chi soffre e poi sta male e all’ospizio della gente che ha qualcun non serve a niente
e se senti un tuffo al cuore quello li è il vero amore e dell’anima il lamento e del cuore il suo tormento e se poi non sei ricambiato conta quello che hai provato e la gente che correva dietro cosa non sapeva un’amica che soffriva e luna che spariva
ho sentito poi parole spaccar pietra intorno al cuore colorare con le dita che comunque questa è vita che gli sbagli tutto in fondo li fan tutti in questo mondo
e se non siamo tutti uguali se cerchiamo abbiamo l’ali io ho trovato il mio cammino se mi incontri sarà il destino ecco qua quel che ricordo caso mai poi me lo scordo
Dalla strada io vengo, o primavera, dov’è sospeso il pioppo
la lontananza paventa, la casa teme di crollare,
ove l’aria è azzurra come il fagotto della biancheria
di chi, guarito, esce dall’ospedale.
Ove la sera è vuota come un racconto interrotto
l’ha lasciato una stella senza terminarlo
per rendere confusi mille occhi chiassosi,
senza fondo e privi di espressione.
Zanjones,
sierras ásperas,
médanos,
sitiados por jadeantes singladuras
y por las leguas de temporal y de arena
que desde el fondo del desierto se agolpan.
En un declive está el jardín.
Cada arbolito es una selva de hojas.
Lo asedian vanamente
los estériles cerros doloridos
que apresuran la noche con su sombra
y el triste mar de inútiles verdores.
Todo el jardín es una luz apacible
que ilumina la tarde
y es también un acorde
entre la algarabía del paraje.
El jardincito es como un día de fiesta
en la eternidad de la tierra.
§
Canaloni
aride sierre
dune,
accerchiati da affannose spirali
e lunghe raffiche di bufera e di sabbia
che dal fondo del deserto si avventano.
In un pendio sta il giardino.
Ogni arboscello è una selva di foglie.
Vanamente lo assediano
le sterili colline doloranti
che affrettano la note con le ombre loro
e il triste mareggiare d’inutili verdori.
Tutto il giardino
è una luce soffusa
che rischiara la sera
ed è altresì un accordo
in mezzo al tumulto circostante.
Quel leggiadro orticello è un dì di festa
nella eternità della terra.
Il parto che inizia il cammino passando attraverso la cruna del tunnel si accende di lune riflessi di lotte coi sassi fino al mare dove si svolge il filo, rifluisce prima di sboccare in delta di memorie le correnti ammansite dal ristagno seguono i battiti dell’orologio col cuore vulnerabile, il delirio non ride a spettatori che applaudivano ed acque di fanghiglia della micidiale indifferenza emergono dal fondo. Chi ha coltivato fiori oltre recinto campagne fiorite rincorre la sponda nebbiosa vede il sole non bolle di rancore senza onda
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra
un pacchetto di Marlboro è di destra
di contrabbando è di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Una bella minestrina è di destra
il minestrone è sempre di sinistra
tutti i films che fanno oggi son di destra
se annoiano son di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Le scarpette da ginnastica o da tennis
hanno ancora un gusto un po’ di destra
ma portarle tutte sporche e un po’ slacciate
è da scemi più che di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
I blue-jeans che sono un segno di sinistra
con la giacca vanno verso destra
il concerto nello stadio è di sinistra
i prezzi sono un po’ di destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
I collant son quasi sempre di sinistra
il reggicalze è più che mai di destra
la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
La piscina bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po’ di destra
mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
sono di merda più che sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
L’ideologia, l’ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l’ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
Io direi che il culatello è di destra
la mortadella è di sinistra
se la cioccolata svizzera è di destra
la Nutella è ancora di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Il pensiero liberale è di destra
ora è buono anche per la sinistra
non si sa se la fortuna sia di destra
la sfiga è sempre di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra
quello un po’ degli anni ’20, un po’ romano
è da stronzi oltre che di destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
L’ideologia, l’ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare
un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c’è
se c’è chissà dov’è, se c’é chissà dov’é.
Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
la mancanza di morale è a destra
anche il Papa ultimamente
è un po’ a sinistra
è il demonio che ora è andato a destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
La risposta delle masse è di sinistra
con un lieve cedimento a destra
son sicuro che il bastardo è di sinistra
il figlio di puttana è a destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po’ più di destra
ma un figone resta sempre un’attrazione
che va bene per sinistra e destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
M. dice che da quando hanno aperto le frontiere non sente più lo stesso brivido di quando ha raggiunto Copenaghen o Barcellona con un bel po’ di fumo nel fondo del bagagliaio e intanto ha sposato quel tipo di donna che mangia solo rose ed è meraviglioso vederli ballare anche se non ballano in maniera meravigliosa.
F. ha inghiottito tutti i tubetti dei colori ma non è ancora riuscita a dipingere niente scrive cose deliziose con la punta del piede ma ho saputo che ha perso una gamba gettandosi da una finestra.
P. e L. si svegliano raramente di notte e ancora più raramente si svegliano di giorno ho contato i morti fino all’alba e i primi due erano loro con le loro vite segrete con il loro mazzo di chiavi ciascuno con i loro modi troppo gentili.
R. e F. sono due persone per bene, si lavano i denti tutti i giorni, non hanno bisogno di niente anche se R. una volta diede un colpo secco ai canali di Amsterdam e ci fece ridere per tutto il millennio.
D. e I. hanno sempre vini eccellenti e grappe affumicate da contorcerti le budella, sanno parlare di tutto ed I. è deliziosa come un furetto. A volte rido come un idiota con D. quando ricordiamo l’insetto gigante che ci apparve al posto di un palo della luce nella notte sintetica.
Per il resto non ho ancora smesso di cercare tra le pulci dei cani ed ho scritto sulla copertina di un libro tutti i miei indirizzi scagliandomi nudo contro il vento avverso che è l’unico capace di insegnarmi -tutti i venti…
Invaso parole e date con terra di poco conto, e invece delle rose pianto un’altra croce, che a farci l’abitudine straccetti d’ossa un secchio, e lego al palo il costo per un altro mucchio. E c’è chi canta maggio seduto in una stanza, chi invece disfa l’orto dopo averlo sistemato. Io fisso sempre un punto ma il cielo non lo trovo, slacciata nel mattino mi offro al fiato e al vetro, poi gioco con la luce di una lampada a risparmio, pensieri srotolati mi montano la testa:
– e scatta la prudenza –
ma annegano sul fondo ubriachi di malconcio, si sedimenta il pianto in un bicchiere vuoto.