D’estate mi spellavo le mani in officina
lavori tristi, lavori da mezz’asta.
Le cose perlopiù lasciate d’altri
come pulire impossibili bugie.
L’odore della trancia, del tornio
l’acqua bianca.
D’estate lei aspettava che ritornassi a casa
di solito nell’angolo fresco, il più lontano
da tutta quella musica scappata delle strade.
Potevo mica prenderle il viso
o i suoi vestiti, dal nero che portavo alle mani;
ma era uguale
qui, sulle labbra, lei ci restava il giusto tempo.
Sapeva dei suoi libri, di camomilla
e miele.
Cronache operaie

IL LIBRO DI MELISSA

Sandra Greggio
(A ricordo dell’attentato di Brindisi, il 19 maggio 2012)

Il conoscere, da noi
Qui,
dove la cultura si misura
a centinaia di chili
di libri letti;
qui,
da noi,
dove il sapere è pane
e strutturare è cibo
e vino il concetto,
banchettiamo
ogni giorno
con discorsi ripieni,
squisiti,
colti e con assai sale;
e ad ogni trascurabile cosa
diamo rilievo,
ad ogni piccola parte
diamo importanza;
qui,
anche il più raro fiore,
unico e sconosciuto,
è sensatezza
e qui,
da noi,
è colto.

L’uomo
Le piante, da quelle di seta fino alle più arruffate
gli animali, da quelli a pelo fino a quelli a scaglie
le case, dalle tende di crine fino al cemento armato
le macchine, dagli aeroplani al rasoio elettrico
e poi gli oceani e poi l’acqua nel bicchiere
e poi le stelle
e poi il sonno delle montagne
e poi dappertutto mescolato a tutto l’uomo
ossia il sudore della fronte
ossia la luce nei libri
ossia la verità e la menzogna
ossia l’amico e il nemico
ossia la nostalgia la gioia il dolore
sono passato attraverso la folla
insieme alla folla che passa.
NAZIM HIKMET

Il girone


Scuola
Negli azzurri mattini
le file svelte e nere
dei collegiali. Chini
su libri poi. Bandiere
di nostalgia campestre
gli alberi alle finestre.
SANDRO PENNA

Quanto tempo umano son già vissuto, quanto ne vivrò
(Ovvero tiritèra in litanico elenco)
AMO.
Del puntino azzurro
La Terra
la verde erba,
la flora con le rose
il sasso
l’ acqua
I libri scritti
dagli Altri,
la fauna: gli animali.
Il tramvai
con chi lo guida,
il viver nuovo
con vetture
catalitiche,
il supersonico,
l’ acceleratore
di particelle
atomiche: progresso
non . . . autodistruggente
Le umane,
tradizioni:
le feste,
fiere di paese.
il Natale,
con il suo
presepe,
alternarsi
assoggetto
di stagioni,
l’ utopìa . . .
di contraddizìoni.
La medicina, nuova:
i trapianti del cuore,
e d’ altro
de l’anatomìa,
per vicinarsi
colui
che non vuole
morire.
L’ affetto
la speranza,
la letizia
d’ esser stato
creato,
la vita
l’ illusione
ed il sogno,
le passioni,
l’ amore
per l’ amor.
LA LUCE.
ODIO.
Prima della Fine
e combatto.
E il fuòco
il Male.
Il terrorismo.
Le guerre,
e tutti
gli altri
elementi
per combattere.
Soprusi fatti
dagli umani . . .
in ogniovunque
corrotti:
contro il male,
di tutti i tempi,
donaci la Forza delle Forze,
Primo Creatore
e con il Bene
aiutaci a vincere
per la nostra Eternità
assorbiti da Te. In simbiòsi.

Non perderti
A te donna stanca del tuo vivere
all’ombra di rimpianti che nubi
diventano nel tuo cielo di sogni,
volgo il mio pensiero
dal cuore di uomo che ama nasce
invocazione al tuo io morente,
al tuo sentirti ancora donna,
al sentir che il tempo passa come
acqua tra le mani protese senza
che amore, anche carnale, tra loro
si posi per darti ali che a quel cielo
di sensazioni dipinto ti sospinga.
Lascia per un momento di pace
i tuoi sorrisi che altri illudono
e di comodo egoismo si nutrono.
Esci dal tuo nido di madre, moglie,
di donna che non dà pensieri,
dai tuoi libri in fretta letti e richiusi,
dalle camicie stirate dalla cena
che ognuno accontenti.
Almeno per un momento, uno solo,
ama chi per primo a te darà amore.
Non sarà tradimento ma breve respiro.
