Non potrai chiudermi in un angolo,
scacciarmi dal tuo esistere e andare
da sola per quella strada che finisce
nella nebbia dell’ignoto eterno domani
Non potrai prendere di me i gesti,
le parole, i sorrisi, il sudato corpo che
al tuo si unì tra silenzi e grida d’amore
in una stanza sul mare dove il tempo
era eternità e noi frammenti di universo.
Non potrai, amore mio, non potrai di me
giocarti fuggendo dai giorni inventati
da noi per sfidare la vita che restava,
la gente che di noi l’amore invidiava.
Se fu per amore lo stringersi le mani
che disperate nell’altre amore cercavano,
sarà per amore l’ultima stretta quando
di te la mano dalla mia scivolerà stanca
di una vita lastricata di dolori e offese.
Non potrai amore mio negarmi il diritto
di baciare i tuoi occhi socchiusi, parlarti
di noi e della nostra povera felicità rubata
mentre lentamente scivoli nell’oblio
e nel faticoso ricordo sorriderai di noi.
Se tuo fu il diritto di essere amata,
mio fu quello di prendere tutto di te,
anche il dolore che mi regalerai quando
il nostro tempo sarà un pendolo fermo,
un ora, una data nel calendario del cuore.
In quella stanza sul mare qualcuno
sentirà i nostri sussurri, i nostri gemiti
e sarà ancora amore tra noi perché
non ti lascerò andar via da sola, perché
sarà ancora mio quell’amore dal quale
scacciarmi vorresti.
Non potrai

Lamento


Immaginare il tuo sogno


Saint Tropez

Clown
Il nano
guarda e ride,
salta e si balocca
davanti a tutta
quella folla sciocca,
che ancor più ride.
La folla
cieca uccide
l’anima del nano
con l’ egoismo
della gente sciocca
che solo ride.
Il nano
scherza, ride,
corre veloce, si balocca
facendo tanti
versacci con la bocca
piccola, e ride.
Quando
egli è solo,
a casa sua, ripensa
alla natura
crudele, verso lui solo
e, amaro, ride . . .
Ma all’ improvviso,
un bimbo biondo
anch’ egli ride
con gli occhi e con la mano;
lagrima dolce, ora scende
al nano . . .
NON TUTTO E’ INVANO!
(A Diego il Fantastico, del Circo di Moira Orfei)

La voce della vita
Ho udito una voce
che tra le fronde sussurrava
e dalle nuvole e dal cielo usciva
e dall’acqua gorgogliava.
Ho visto quella voce
negli occhi spalancati di un neonato
nel primo filo d’erba su di un prato
nella timida gemma su quel ramo.
Ho respirato quella voce
nell’aria tersa del mattino
nel pulviscolo d’oro del tramonto
nella salsedine del mare.
Era lei…
era la vita che mi chiamava.

Anima mia
Anima mia
chiudi gli occhi
pian piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco
delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.
NAZIM HIKMET
