Morire, per rinascere:
il silenzio degli alberi,
è l’autunno senza foglie.
Mano nella mano,
scolari e pali,
accompagnano,
predestinati, la via.
Ma perché
continui a ridere,
a gridare?
Quando,
quando crescerai?
Certo, di là,
ci sarà più spazio
per essere grande.
Certo, ritroverò
la sincera luce azzurra
e l’immane quiete
di rami contorti e protesi
a trafiggere il cielo,
per perpetuare il rito del tatto.
La mia vivida lingua sarà muta
solo quando avrà perso le radici,
e l’ anima orfana
solo quando mi avrà mangiato.
Proseguo imperterrito, intanto,
il mio cammino d’alunno di vita.