Para_venti
Dal mio cantiere infranto
spando nugoli di vetro
avvoltolando cellophane
di pelle ” etichettata “
[ contrasti d’ombre
sulle porte simulate]
così al primo invadere
di magra copertura,
mi scioglierò le trecce
infastidite,
e dalla forma mentis
e_spanderò la gabbia,
specie protetta di ossa sfollate
sotto la dorsale.

Questione di razza
-Che cane buffo! E dove l’ hai trovato? –
Er vecchio me rispose: -è brutto assai,
ma nun me lascia mai: s’ è affezzionato.
L’ unica compagnia che m’ è rimasta,
fra tanti amichi, è ‘ sto lupetto nero:
nun è de razza, è vero,
ma m’è fedele e basta.
Io nun faccio questioni de colore:
l’azzioni bone e belle
vengheno su dar core
sotto qualunque pelle.
TRILUSSA

Se prima non termina il viaggio

prima
non termina il viaggio,
la nòia, precipuo sènso di trepidi oggi, non c’è più, ma stanchezza battaglia coraggio o viltà. . So di esser vile, non mi annoio, mi stanco,
ammirando bellezze di Sogno.
Irreale la vita di sempre
è male tristezza, bisogna guardarsi d’intorno.
.
Al
risveglio, la pelle, pendente al mio collo, rupìta da’ solchi rugosi, profondi, marcati, segnano fronte spaziosa,
e improntano gli occhi
di zampe.
.
E
la testa, capo con radi capelli, di grigio canuto, tremante, amètrope, mentre il ventre, gonfiato cascante adiposo, partécipa totale al biorìtmo del viaggio. .
La continua illusione,
creata dal sogno, giovinezza di onirico verbo dormo… Apro gli occhi invecchiati. Lucido alfine sveglio scorgo la pista. Finita…
.
Un
viaggio di nome partenza tornata: in esso ritrovo la fonte, la lama di Luce dall’Ombre. Sgregato mi fondo nell’Altra come avevo sperato. Per sempre.

Cosa ne stai facendo di te? E’ solo un temporale. Passerà
Tu non cancelli mai la tua arte
nemmeno te lo chiedesse un cane un idiota tua madre
tu non cancelli mai la tua arte.
È straordinario! Lo capisci? È straordinario!
Credo che con i pochi soldi che mi sono rimasti
comprerò due grandi tele
forse due metri o tre o magari mezzo chilometro di tele
le sovrapporrò l’una all’altra.
Sulla prima tela infierirò con i pugni con le unghie con i morsi
e se non ti sembrerà abbastanza
con un taglierino
così da farla sembrare la pelle di un uomo
dilaniata crocifissa scarnificata
e sulla tela, seconda pelle, che apparirà di sotto
dipingerò tanti piccoli tagli,
non userò il colore rosso
ma il castano il verde e l’arancione
come i tuoi capelli le tue scarpe il tuo rossetto
lo intitolerò:
cosa ne stai facendo di te?
È solo un temporale.
Passerà.
Il problema è che ho molto di più di ciò che mi serve
ma è come se volessi tutto tutto tutto
mi chiedi : – quando capisci di aver finito un lavoro? –
ti domando: -come si capisce di aver finito di fare l’amore?-
e concludo dicendoti che se avessi la possibilità di essere un altro
di essere chiunque io desideri
vorrei essere te. Amore mio…

L’amico
L’amico è …
come l’amore
ti prende…
nel cuore
E’ un sentimento
che s’avverte…
sulla pelle
Ti fa sorridere,
ed anche gioire,
è il tuo porto sicuro
quando sei triste
Ti sta vicino,
non ti schernisce…
e
non ti ferisce,
ma simile
al contendente
in amore
tende a tradirti…
…
quando ti chiede
un prestito,
per un affare sicuro:
questo è il momento
della valutazione
Se cedi…
rischi di perdere
i soldi,
e anche l’amico…
probabilmente
Se, invece, desisti
perdi l’amico…
sicuramente

Liquido


Stagione
Tiepido sole d’ottobre
riscalda la pelle
che ancora ricorda l’estate terminata.
Negli armadi abiti da riporre
giornate autunnali
alberi già spogli con rami protesi
rassegnati
all’inverno che verrà.
Nei boschi odore di cedro
maestose le querce annunciano il divenire
cipressi si stagliano nell’azzurro del cielo
che attende.
Il suono delle morbide onde del lago
riporta melodie di un incanto infantile
ricordi di piccola pescatrice
si affacciano divertiti.
Pic-nic nei prati e risa risuonano
è l’eco del tempo che si perde
tra le verdi valli che percorro
con ali d’arcobaleno.

A quelli che mi hanno chiesto
e anch’io vorrei sapere
e anch’io vorrei trovare
ma non si può
né comprare
né farsela prestare
allora guardo fra la gente
ma quella effimera
non serve a niente
che sia?
In una lacrima che scende
o la mano che si tende
a chi nel cuor s’arrende
o in parole
che non diciamo
o nel consiglio
che non accettiamo
in un ricordo liso
o in un semplice sorriso
nella luna con le stelle
o in un brivido a fil di pelle
ma anch’io non so dove sta
ma cerco ancora la felicità

Vorrei
vorrei
essere la pagina bianca
su cui scrivi le tue poesie d’amore
vorrei
essere corteccia
di cuori trafitti
rivolo di sangue
sul dorso profumato di miele
vorrei
essere l’anima
che tu carezzi la sera
confondendo la pelle alla luna
nel riflesso di stelle e sospiri
azzurra come il sogno
candida come una promessa
rossa come la bocca che ama.
astrofelia franca donà
