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Dimmi ti amo
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Conca d’Oro

Bologna
Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli
col seno sul piano padano ed il culo sui colli,
Bologna arrogante e papale, Bologna la rossa e fetale,
Bologna la grassa e l’ umana già un poco Romagna e in odor di Toscana…
Bologna per me provinciale Parigi minore:
mercati all’ aperto, bistrots, della “rive gauche” l’ odore
con Sartre che pontificava, Baudelaire fra l’ assenzio cantava
ed io, modenese volgare, a sudarmi un amore, fosse pure ancillare.
Però che Bohème confortevole giocata fra casa e osterie
quando a ogni bicchiere rimbalzano le filosofie…
Oh quanto eravamo poetici, ma senza pudore e paura
e i vecchi “imberiaghi” sembravano la letteratura…
Oh quanto eravam tutti artistici, ma senza pudore o vergogna
cullati fra i portici cosce di mamma Bologna…
Bologna è una donna emiliana di zigomo forte,
Bologna capace d’ amore, capace di morte,
che sa quel che conta e che vale, che sa dov’ è il sugo del sale,
che calcola il giusto la vita e che sa stare in piedi per quanto colpita…
Bologna è una ricca signora che fu contadina:
benessere, ville, gioielli… e salami in vetrina,
che sa che l’ odor di miseria da mandare giù è cosa seria
e vuole sentirsi sicura con quello che ha addosso, perchè sa la paura.
Lo sprechi il tuo odor di benessere però con lo strano binomio
dei morti per sogni davanti al tuo Santo Petronio
e i tuoi bolognesi, se esistono, ci sono od ormai si son persi
confusi e legati a migliaia di mondi diversi?
Oh quante parole ti cantano, cullando i cliché della gente,
cantando canzoni che è come cantare di niente…
Bologna è una strana signora, volgare matrona,
Bologna bambina per bene, Bologna “busona”,
Bologna ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto,
rimorso per quel che m’ hai dato, che è quasi ricordo, e in odor di passato…
FRANCESCO GUCCINI

Notturno
NOCTURNO
Están todas
También las que se encienden en las noches de moda
Nace del cielo tanto humo
que ha oxidado mis ojos
Son sensibles al tacto las estrellas
No sé escribir a máquina sin ellas
Ellas lo saben todo
Graduar el mar febril
y refrescar mi sangre con su nieve infantil
La noche ha abierto el piano
y yo las digo adiós con la mano
§
Ci son tutte
Anche quelle che si accendono nelle notti alla moda
Nasce dal cielo tanto fumo
che mi ha ossidato gli occhi
Son sensibili al tatto le stelle
Non so scrivere a macchina senza di esse
Esse sanno tutto
Graduare il mare febbrile
e rinfrescare il mio sangue con la loro neve infantile
La notte ha aperto il piano
e io dico addio con la mano
GERARDO DIEGO

Vita mia


Paese bello
Con le pietre delle mura
sempre esposte al sole e al gelo
sotto il cielo che ti cura
e ti copre col suo velo
e le pietre ed i mattoni
delle case ora struccate
ma che per generazioni
sono state intonacate,
e le altre ancor vestite
col vestito rinnovato
che nasconde le ferite
del gran tempo che è passato,
tutta bella sei, Bettona,
con la Piazza e la Fontana,
ch’è un gioiello che ti dona,
e quei giri di collana
delle strade e vicoletti,
che si allargano in piazzette;
con i coppi dei tuoi tetti,
di palazzi e di casette,
chiese e campanili al cielo;
col tuo insieme d’arte e storia,
sei un fiore ed il tuo stelo
è il tuo colle che si gloria
degli ulivi millenari
fin giù al piano, e il Poverello,
e anche Dante, in versi rari,
di te han detto, Paese bello!

Tristezza


Traguardo
Fatta
è la vita
di piccole cose, parte
e tutto di noi: consolazione
al pretesto del passaggio terreno, al miraggio del viaggio.
Accontentarsi di ìnfime cose, carpe diem,
e dir grazie pensando a chi non può avere neanche quelle:
enormità per chi ha fame, ingiustizie, le guerre.
Di poi tutto verrebbe in seconda battuta,
in secondo piano, non più importante, più nulla,
soltanto minime cose ordinarie, separandole dal senso
del giorno per giorno.
In pazienza, per ciò che si ha, per ciò che si soffre . . .
Fino al buio della
nera notte di
Luce.

M’illumina un presentimento
M’ illumina un presentimento
di stillanti arcipelaghi adagiati
sotto l’enorme sole,
mentre la morte dei roseti è certa.
Ma i cantieri son silenziosi.
Bianchi scheletri di navi
spezzano ogni mio dolce piano.
Io morirò fra le ossessioni
dei monti giganteschi.
MARCO POLA

L’ultima nota

(omaggio a Ludovico Einaudi)
