In un mondo che è cambiato poi mi sono ritrovato a scoprir chi mai io ero senza il peso del pensiero.
Ecco qua quel che mi resta della notte la tempesta e il fulmine cascare e il tuono poi arrivare e il vento sollevarsi e l’albero spogliarsi e dell’alba la sua aurora e una vecchia tutta sola e le nuvole nel cielo e dell’anima il disgelo e una mano sulla spalla che ti fa tornare a galla un sorriso regalato che non ho poi ricambiato camminar e ritrovar poi la fede quella cui a un Dio si crede riscoprir l’odor del pane e le mani tesser lane contadini trebbiare il grano e una penna nella mano dei bambini in girotondo che cambiar possono il mondo e un vecchio tra i rifiuti nella fame Dio l’aiuti una rosa calpestata che qualcuno l’ha gettata quando dormon tutti quanti nella notte siamo in tanti camminare a piedi nudi il sudore sulla fronte e dei piedi le mie impronte una spada di cartone e di un bimbo l’emozione
e l’amor e la sua pazzia e del mondo la follia e gli sguardi sconosciuti e il mondo e i suoi rifiuti lavorare venti ore sentir batter forte il cuore dagli sbagli poi imparare che l’immenso è del mare
e la pace che è su un monte nel silenzio che ho di fronte e una lacrima che scende chi alla vita non si arrende e in un letto di ospedale quella forza di lottare di chi soffre e poi sta male e all’ospizio della gente che ha qualcun non serve a niente
e se senti un tuffo al cuore quello li è il vero amore e dell’anima il lamento e del cuore il suo tormento e se poi non sei ricambiato conta quello che hai provato e la gente che correva dietro cosa non sapeva un’amica che soffriva e luna che spariva
ho sentito poi parole spaccar pietra intorno al cuore colorare con le dita che comunque questa è vita che gli sbagli tutto in fondo li fan tutti in questo mondo
e se non siamo tutti uguali se cerchiamo abbiamo l’ali io ho trovato il mio cammino se mi incontri sarà il destino ecco qua quel che ricordo caso mai poi me lo scordo
M’è cara, solitudine, soltanto dopo amore; come m’è caro il verde dell’acqua e l’ogni vista, sul marmo delle belle fontane dove china mettevi bocca e gonna scozzese. E me, vicino, nel tentativo poco riuscito di salvare almeno i piedi dalle freddate dai ricami, che intorno al labbro e fino ai tuoi nei ti usava il sole. M’è cara come certe conchiglie da non dire quell’utopia che in mezzo alle gambe altro che mare! E che mostrare corpo regina! Da un balcone, un parapetto o altre prospettiche teatrali. M’è cara come tua consistenza, come il melo che l’ombra catapulta sopra la rete e il prato; m’è cara come prima del sonno la tua vena la pulsazione e il pari respiro, la tua coscia e l’ombelico che non sta zitto, neanche a notte.
A piedi nudi, verso
L’infinito, un amore
Di sabbia turbinosa
Secca tempesta
In arse pupille dove chador
Non serve a difenderne
Degli occhi l’ardore,
A piedi nudi, oltre il tempo
Nei tuoi occhi d’acqua
Per rinfrescarmi l’anima.
Shalom Israel
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.
Though I know that evenin’s empire has returned into sand,
Vanished from my hand,
Left me blindly here to stand but still not sleeping.
My weariness amazes me, I’m branded on my feet,
I have no one to meet
And the ancient empty street’s too dead for dreaming.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.
Take me on a trip upon your magic swirlin’ ship,
My senses have been stripped, my hands can’t feel to grip,
My toes too numb to step, wait only for my boot heels
To be wanderin’.
I’m ready to go anywhere, I’m ready for to fade
Into my own parade, cast your dancing spell my way,
I promise to go under it.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.
Though you might hear laughin’, spinnin’, swingin’ madly across the sun,
It’s not aimed at anyone, it’s just escapin’ on the run
And but for the sky there are no fences facin’.
And if you hear vague traces of skippin’ reels of rhyme
To your tambourine in time, it’s just a ragged clown behind,
I wouldn’t pay it any mind, it’s just a shadow you’re
Seein’ that he’s chasing.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.
Then take me disappearin’ through the smoke rings of my mind,
Down the foggy ruins of time, far past the frozen leaves,
The haunted, frightened trees, out to the windy beach,
Far from the twisted reach of crazy sorrow.
Yes, to dance beneath the diamond sky with one hand waving free,
Silhouetted by the sea, circled by the circus sands,
With all memory and fate driven deep beneath the waves,
Let me forget about today until tomorrow.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I’m not sleepy and there is no place I’m going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
In the jingle jangle morning I’ll come followin’ you.
§
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
Sebbene io so che l’impero della sera si è trasformato in sabbia
Svanito dalle mie mani
resto qui cieco ma ancora insonne
la mia stanchezza mi stupisce, sono fisso sui miei piedi
non ho nessuno da incontrare
e la vecchia strada vuota è troppo morta per sognare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
Portami in un viaggio sulla tua magica nave turbinante
i miei sensi sono spogli, le mie mani non hanno presa
le dita dei miei piedi troppo intorpidite per camminare
aspettano solo i tacchi dei miei stivali per vagabondare
Sono pronto per andare dovunque, sono pronto a svanire
nella mia parata personale, lancia il tuo incantesimo danzante,
prometto di sottopormici
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
Sebbene tu senta ridere, ruotare, dondolare follemente attraverso il sole
ciò non è indirizzato a nessuno, semplicemente sta scappando di corsa
e tranne che il cielo non trova barriere
E se tu senti vaghe tracce di mulinelli di rime saltellanti
al tempo del tuo tamburino, non è altro che un lacero pagliaccio
Fosse per me non gli presterei alcuna intenzione, vedi bene che è solo
un’ombra quella che insegue
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
Allora fammi scomparire tra gli anelli di fumo della mia mente
giù nelle brumose rovine del tempo, lontano dalle foglie gelate
dai terrifici alberi infestati dai fantasmi, su spiagge ventose,
fuori dal corso attorcigliato del folle dolore
Sì, danzare sotto il cielo adamantino con una mano che fluttua libera
stagliata contro il mare, con intorno un cerchio di sabbia,
con i ricordi ed il destino persi nelle onde
lasciami scordare l’oggi fino a domani
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Non ho sonno e non c’è nessun posto dove andare
Hey! Signor Tamburino, suonami una canzone
Nel mattino tintinnante ti seguirò
una cartolina segna la pagina
indietro nel tempo vola il pensiero
s’illumina il viso, un sorriso.
Tornerò! Ti ho nel cuore
i tuoi luoghi alti
dove ammirare l’intorno
l’infinito e unico azzurro.
L’eco dei nostri sorrisi
t’invadeva come cicale al sole
accaldata ti svelavi tutta
mentre ai piedi ti baciava il mare
Ti amo ancora
cara Terra
sotto i miei piedi instabili
amo i tuoi fiori e
l’abbondanza dei tuoi frutti
… che ora stanno nel tuo vibrare
… di fango e sale, il sale
nel tuo relitto, i morti uno sull’altro
occhi chiusi a cordigliera
tu colposa, venosa tu, a maggio
nei fossati distorti
il tuo pulsare miete
un mondo di troppe lacrime!
C’è una strada che esce dal bosco e che porta a valle, a valle fino al mare. Se seguirai il volo del gabbiano troverai il sentiero del sole, dell’estate e della libertà. Sarebbe bello non avere piedi per camminare né pancia da riempire né mani da lavare. Sarebbe bello avere solo una mente un cuore e un’anima per vivere ed amare.
C’è una strada che esce dal bosco e che porta a valle, a valle fino al mare. Non uscire dal sentiero segnato poiché spiriti maligni sono in agguato e ti potrebbero rapire, incatenandoti all’albero della malinconia continuamente annaffiato dalle lacrime di chi soffre del male di vivere. Perdonami per non aver potuto seguire la luce del sole per averti amato con tanta passione. C’è una strada che esce dal bosco e che porta a valle a valle fino al mare. Seguila fino a bagnarti, fino a che il sale sulla pelle ti asciugherà il sudore della vita, e sarà bello sai, sarà bello anche se io non sarò con te, sarà bello vedrai, anche se io rimarrò qui nel bosco, immaginando soltanto che tu sia ancora con me.
È già difficile
restare in piedi
in questa realtà
che affonda,
con questa terra
che cerca di scrollarci via
senza dover aggiungere
le vostre vuote parole
le musiche struggenti
le frasi sempre uguali
gli sfondi ad effetto
le corse allo stupore
per imprimerci qualcosa
che per convenienza
vorrete farci scordare
col prossimo servizio.
S’apparta tra mura di sabbia gira la schiena all’altro sul ponte che chiama con gli occhi illumina scale senza voltarsi e sale da solo nè si ferma su cigli erbosi le pietre di vento gli pungono i talloni ma lui avanza spavaldo a piedi uniti scorge la cima anche se nebbia inquina la vetta invade il cielo lui sbraccia parole e caccia via il sole ma anche se arriva non sa dove è il mare.