Ballata con tressette
dove trionfa l’umana voglia di libertà e, spezzati/bruciati veleno e vecchiume, si parte per l’etere intinti di vino e mare.
Se tenero è il mattino e spira un po’ di vento durante la giornata potrò esser contento! Al color dell’inganno non parlerò da solo ma giocherò a scopa seduto sopra un molo spezzando sigarette: poi metterò in paiolo un rancido fantasma ed un ripensamento! E sprizzerò di vino capelli sei d’argento celati sotto il lobo: così le stelle rare di Acquario che vedremo rollare dentro il mare riluceranno ghiacce nel magico momento! Quiritta arriva svelto un vecchio campagnolo con alluce dolente e in braccio un riccio matto amante del dolcetto: è un fatuo ammazzasette il povero fellone ed urla come un gatto che ai dadi vuol giocarsi oppure anche a tressette i peli del suo mento. Infine un rosignolo in viaggio su una radio rivolto ad un lenzuolo gli narra la speranza di vendere a Milano risate e zafferano: mi afferro alla sua mano e son così contento che vo con lui nel vento!