Un anno

Mi vellica il vento dell’estate
scorsa con un motivo di canzone
e mi avvicino al davanzale il volto
di te che te ne vai, sicuro
di veder riapparire.
Per quante estati ancora? Forse l’ultima
è questa. O forse qualche altro anno il fato
di vita ci serba…
Ma allora non decada
questa già tanto, per stanchezza o ignavia,
debole umanità.
Quello che abbiamo in noi
tutto e presto s’esprima.
Dopo vivremo giorno giorno
non più per noi, per gli altri.
Ma anche l’arte non è inutile, quando
non è chiudere gli occhi. Poesia
non è voltarsi indietro ma discernere
tra quel che all’uomo è di necessità
primaria, imprescindibile,
tra la fame la sete il sesso il sangue
e le cose di cui non può far senza,
la nostra cecità mascherata di scienza,
un rimpianto, un ricordo,
un sospetto di sopravvivenza,
un futuro già presente…

ALESSANDRO PARRONCHI

Published in: on marzo 17, 2021 at 07:10  Lascia un commento  

Alle Marche

Sempre mi sarai estranea
dolce terra delle Marche non mia.
Non sono quei forestieri
che subito familiarizzano
impadronendosi di abitudini e intrighi.
Io non conosco i tuoi morti.
So poco della tua gente.
Solo m’incanta l’aspetto
delle tue valli e mura, il raro verde
che interseca il giallo dei grani,
e negli inverni il bianco della neve
che a notte sul Nerone alla luna lampeggia.
Con ciò non posso dire di conoscerti.
La tua storia mi manca alle spalle.
Sono straniero, abito in poco spazio.
A me basta un quartiere e una campagna
lontani da qui e diversi
da amare e detestare in questa vita.
Ma mi accade talvolta di fuggire
col pensiero ai meandri delle Marche,
al frastaglio che creano ombre di nuvole
ai confini dell’orizzonte, al vento
che ora li accarezza ora li sferza.
Ed alle volte tanto mi c’interno
che dopo a malincuore torno via.

ALESSANDRO PARRONCHI

Published in: on dicembre 21, 2018 at 07:07  Comments (2)