PERCHE’ SCRIVO

Non mi è chiaro il perché, mi sono assuefatto come fosse droga che io rifiuto, ma insisto, è un vizio che disprezzo ma nel quale vivo. E’ come veleno che mi necessita e nella sua sottigliezza è composto di ingredienti dell’anima, sono fiori raccolti nei recessi di sogni, nelle rovine di sogni, si vedono foglie cadute da alberi osceni dai cui rami si intravedono gli indiavolati momenti dell’anima. Scrivere per me è come perdermi nel tutto e nel nulla, con poca allegria, ma con gioia. Scrivo rallentandomi sulle parole con mezze espressioni, colorate non so come, con strane armonie esibite così come oggetti unici. E’ da quando sono nato che mi ricerco, e quando ho chiesto chi ero e dove ero ho ricevuto risposte ambigue, ingannevoli. Camminavo per strade sconosciute e quando ad un incrocio mi fermai indeciso, tutti si meravigliarono, così chiesi cosa ci fosse alla fine di ogni strada, ma nessuno mi diede risposta. Io non sapevo da dove provenivo né dove sarei potuto andare, come un attore che non conosce la parte, mentre gli altri recitavano naturalmente, pur essendo loro immersi nella stessa ignoranza. Allora mi sedetti sulla pietra miliare dell’incrocio esibendo un foglio come messaggio e tutti risero, era intonso, e così mi chiedo se risero perché tutti i fogli erano bianchi oppure perché i messaggi si possono capire od intuire. Ho lasciato la mia finestra aperta per incontrare me stesso nel mio dormire, ma non sono riuscito ad abbandonarmi al sonno nè tantomeno a rimanere completamente sveglio. Talvolta succede, ed è improvvisa la sensazione di stanchezza, scrivo perciò come chi dorme e tutto il mio passato e il mio esistente è come una cambiale da firmare, ma non saprò mai quando esigerla.

Marcello Plavier

IO NON SO COSA SIA IL TEMPO

Vorrei sapere quale è la vera misura del tempo, forse ne ha una oppure ne ha infinite. Faccio alcuni esempi. Quella del sognare è falsa o sbagliata, perché il tempo viene consumato talvolta in modo affrettato e talaltra in modo prolungato, e ciò che viviamo nel sogno è lento o rapido a seconda di un tempo che non conosco e non capisco; quella della divisione in ore mi pare assolutamente bugiarda perché divide il tempo dall’esterno in maniera spaziale nel modo in cui non riesco a conoscerne la natura. Chissà perchè ma a me pare che sia tutto falso e che il tempo sia semplicemente un cerchio dove poter introdurre i sogni che nel tempo sono estranei; nel ricordo della mia vita passata mi capita talvolta di vedermi più giovane a vent’anni  che non quando giocavo con i trenini. Quando ciò accade ho crisi di coscienza, mi si aggroviglia il pensiero, mi pare tutto sbagliato ma non riesco a trovare l’errore. E’ come assistere ad un esercizio di prestidigitazione, dove ti senti ingannato senza capire dove sia il trucco. La misura del tempo poi mi fa fare pensieri strani come se un automobilista che è calmo in auto stia andando in fretta oppure lento, se c’è sincronia fra i movimenti che occupano lo stesso tempo in cui mi bevo un caffè, scrivo e penso in modo oscuro. Ed allora mi perdo, cosa è il tempo? Una illusione creata dall’uomo come misura senza misura oppure un fatto che non esiste e mi uccide? E’ qui che sprofondo nel baratro dell’inesplicabile trasportandomi in un mondo parallelo dove lo sento come fosse persona fisica facendomi sentire stanco, obliato in un sonno che mi assale improvviso.

Marcello Plavier

COSA E’ IL SOGNARE?

Io  amo i paesaggi impossibili, le grandi altezze  e le enormi  estese desertiche, dove mai saprò vivere.  Colui che sogna il possibile, il legittimo,  mi dà pena, mentre chi sogna l’impossibile, o è folle oppure crede in ciò che sogna e per questo ci crede ed è felice. Può non essermi pesato molto avere cessato di sognare d’essere un grande della storia, mentre mi può avere fatto male non avere mai contattato la signora che ogni giorno incontro dal giornalaio, perciò dormo quando sogno ciò che non esiste mentre mi sveglio quando sogno quello che già esiste o può esistere. Dalla mia finestra osservo: la gente  che passa è sempre quella che è passata poco fa, è l’aspetto fluttuante di cose, di qualcuno, macchie colorate in movimento; sono voci senza suono, cose che transitano senza accadimento alcuno. Ecco, un rumore estraneo interrompe il mio divagare, mi sento con la mente stanca e gli occhi mi pesano nelle orbite a furia di immaginare. Dopo tutte queste giornate di pioggia il sole mi riporta lassù nei grandi spazi, nell’universo laddove le nubi avevano nascosto l’azzurro, il mio grande sogno.

Marcello Plavier

ILLAZIONI

Sapere di non avere illusioni è assolutamente necessario per potere avere sogni. Per potere così raggiungere il punto dove i sensi si mescolano, i sentimenti traboccano e le idee si incrociano intersecandosi. Così come suoni e colori sanno uno dell’altro, l’odio sa d’amore e le cose concrete sanno di quelle astratte e viceversa, tutto si fonde e va in confusione, diventa sogno.  Non si può vivere senza il sogno, uccidere il sogno è come suicidarsi. Il sogno è assolutamente nostro, inespugnabile.  Il sogno è assolutamente mio, nessuno lo può vedere, solo io e nessun altro può possederlo. E se quando scrivo la mia visione di ciò che è esteriore è difforme da quella degli altri, è  perchè io pongo in evidenza tutto ciò che del mio sogno resta impresso nella mente e negli occhi  e nei miei orecchi.  Ogni opera d’arte può essere migliore di quella che si vede, così come ogni poesia letta rigo per rigo rivela che non  pochi passi  potrebbero essere migliori e che la sua struttura all’apparenza perfetta potrebbe essere migliorata.  Ogni mio sogno è controverso  e contiene opinioni, le più contrarie, e fedi, le più diverse. Esso parla, agisce nel momento del suo incarno, per me. Mi sento, di esclusivo mio, incapace ed incompetente di ciò che è la vita. Non ho ancora imparato ad esistere. Ciò che ho avuto, quello che sono e sono stato, è come questo infinito vuoto che mi circonda, un sole assente è quello che mi rimane, come luce cadente che fa entrare l’ombra intima di ogni cosa.

Marcello Plavier

FIOCCO ROSA!

Cari amici, questa volta faccio volentieri uno strappo alla regola (non scritta) per cui il nostro Cantiere di solito non riserva spazio ai comunicati personali o comunque alle vicende private di ognuno di noi. Una nuova nascita è sempre un avvenimento gioioso, non soltanto per la famiglia che ne viene rallegrata ed arricchita, ma per il mondo intero, che manda segnali di speranza, e rinnova costantemente il miracolo della vita. Per questo siamo felici di poter fare i nostri migliori auguri alla piccola Alice, a mamma Cecilia, e naturalmente… alla nostra cara e sempre giovane nonna Tinti!

16/4/10

OGGI E’ NATA ALICE!

Amore sei

Libera nel cuore

In ogni dove guardi

Con gli occhi spalancati

E sei venuta dal mare.

Tinti Baldini

PER ALICE

In questo crepuscolo spugnoso
fluttua una nuova anima
Ah! sapere cos’è
quest’alito di terra smossa
sulla linea delle colline
vedere come si propaga
diventando grafia
in un suono magico
vola come angelo lieve
senza peso alcuno
il pensiero che
nella crescita delle ali
affronta il nuovo respiro
in un mondo diverso
Quanta magia  nel mistero
della tua nascita bimba.
Si sa come nasce una cometa
ma tu novella stella
dove ti collocherai?
Il tuo apprendistato
cominciato nel dolore
si avvierà verso sogni
enormi come cedri
e nella foresta del sonno
udrai come il vento
ti parlerà d’amore.

Marcello Plavier

CANTIERE POESIA

Coro totale

Assioma di poeti

Nel mezzo del cammin

Tenendoci per mano

Interagiamo

Esprimendo pensieri

Raccogliendo commenti

Evidenziamo emozioni

Presenti ogni giorno

Ondeggiando nel verso

Enunciamo al lettore

Sensazioni ed emozioni

In un volo pindarico

Atterrando nell’amore

Marcello Plavier

Ingegnosamente costruiamo un rifugio per il sentimento

Parafrasando Dante

Cari amici, come sapete le caratteristiche tipografiche del nostro sito non si conciliano con la pubblicazione di testi di una certa lunghezza. Purtroppo non possiamo proporre sulle nostre pagine odi, poemetti e carmi dal formato “oversize”, e naturalmente ci dispiace. Ma a tutto c’è rimedio: quando un nostro amico ci invia un lavoro così simpatico, ironico e divertente, meritevole di essere apprezzato e letto fino in fondo, come si può dirgli di no? E’ il caso di Marcello, che stavolta si è cimentato nientepopodimenoche…con il sommo Dante, e ci ha voluto regalare un quadretto di ispirazione “infernale” nel quale potrete riconoscere personaggi noti e meno noti (e anche qualcuno abbastanza familiare…). In questi tempi così tristi e deludenti che stiamo vivendo si sente davvero il bisogno di guardare alla realtà con disincanto e  misurata ironia, e magari cercare di sorridere un po’ sul nostro destino di…dannati!

Il Cantiere

Ecco il link alla parafrasi dantesca di Marcello Plavier:

http://docs.google.com/View?id=df5dp7k3_2dxsw8fcb

Buona lettura!

AMICIZIA

Lo splendore dell’amicizia

non è la mano tesa né il sorriso gentile

Non è camminare innanzi a me

perché forse non potrei seguirti

E neppure camminare dietro di me

Perché non saprei dove condurti

Ma tu cammina al mio fianco

così saremo sempre amici

Marcello Plavier

Published in: on marzo 24, 2010 at 07:00  Comments (9)  
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ARTE E VITA

Dice Picasso “L’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità”. Cosa si chiede all’arte in genere se non l’originalità del fare e non del soggetto? Difatti l’arte non esprime nulla se non se stessa, ha vita indipendente come il pensiero. La vita imita l’arte più dell’arte che imita la vita. Gli effetti tangibili si possono constatare attraverso la poesia e la pittura, ecco il segreto del fascino della natura, anche come spiegazione della sua debolezza. A me, a noi, interessa particolarmente la poesia: dice Gibran “se dovessi scegliere fra la capacità di scrivere una poesia e l’estasi di una poesia non scritta, sceglierei l’estasi. E’ poesia superiore”.   Penso che la poesia non sia l’espressione di un’opinione, ma un canto che si leva da un cuore macerato oppure da una bocca col sorriso, deve nascere da emozioni vissute, da ispirazioni forti nell’animo, oppure da momenti particolarmente veri, appaganti o struggenti.  Le mie sono verità personali, la mia ignoranza è ancora enorme e ogni giorno io mi dedico a capire.  Non so quale sia lo spazio fra l’immaginazione e il conseguimento di un momento poetico, ma l’ardore e l’aspirazione del voler emozionare penso siano la chiave per una buona riuscita dello scrivere.

Marcello Plavier