Ecco è apparsa

Ecco è apparsa. Ha offuscato
tutte le amiche, tutte le eleganti,
e la mia anima è entrata
nel cerchio a lei assegnato dal destino.
Sotto il gèmito ardente della neve
sono fiorite le tue fattezze.
Solo la tròjka fugge tintinnando
in un bianco-nevoso assopimento.

Tu hai scrollato i sonagli,
mi hai trascinato nei campi…
Con seta nera mi strangoli,  sbottoni lo zibellino…
Forse per quella libertà sbrigliata
si rammarica il vento lungo il fiume,
tintinnano e si spengono nei campi
i sonagli e le deboli fiammelle?
È serrata la tua cintura d’oro,
sfrontatamente modesto lo sguardo selvaggio!
I minuti ingannino ogni cosa,
svaniscano in un rogo fiammeggiante!
Così il vento si metta a cantare
gli inganni, a cantare la seta!
Gli uomini non sappiano giammai
com’è sottile la tua mano! Come
per un attimo dietro la scura veletta
mi si è dischiusa la lontananza…
Come sopra la bianca, la nevosa
lontananza è caduta la scura veletta…

ALEKSANDR ALEKSANDROVIČ BLOK

Published in: on novembre 20, 2020 at 07:37  Comments (1)  

Russia

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Di nuovo, come negli anni d’oro
strisciano tre logore imbrache
e si impantano i raggi dipinti delle ruote
nei solchi delle strade sgangherate…
Russia, misera Russia,
per me le grigie tue isbe,
per me le tue canzoni al vento sono
come le prime lacrime d’amore!
Io non so compatirti,
e porto con prudenza la mia croce…
Cedi la tua bellezza brigantesca
allo stregone che più ti piace!
Che egli ti adeschi e ti inganni, –
non ti perderai, non perirai,
e solo l’apprensione annebbierà
le tue bellissime fattezze…
Ebbene? Per un affanno di più,
per una lacrima il fiume è più fangoso,
ma tu sei sempre la stessa: foreste e campi,
e fazzoletto rabescato fin sopra le ciglia…
E l’impossibile si fa possibile,
la lunga strada è lieve,
quando sfolgora nella tua lontananza
da un fazzoletto uno sguardo improvviso,
quando con pena di carcere echeggia
il sordo canto del postiglione!…

ALEKSANDR ALEKSANDROVIČ BLOK

Published in: on luglio 22, 2017 at 07:25  Comments (2)  

Vanno via con passo lento

Vanno via con passo lento,
sempre avanti… Chi va là?
È un vessillo che sul vento
fruscia e oscilla in qua e in là…

Dietro ai cumuli in agguato
forse c’è chi sta aspettando…
No, è il cane allampanato
che li segue zoppicando…

«Passa via, vagabondo!
Via rognoso, via, se no…
Come un cane, o vecchio mondo,
passa via, t’abbatterò!»

Mostra i denti come un lupo,
con la coda ritta sta,
cane povero e sparuto…
«Rispondete: chi va là?»

«Chi è che che scuote la bandiera?»
«Oh che buio maledetto!»
«Chi è che va di gran carriera?
chi si fa là parapetto?»

«Su, compagno, alza le mani!
Prender te per noi è un gioco.
Tu cadrai nelle mie mani
vivo o morto! Attenti: fuoco!»

Tratatà!… Ma è solo l’eco
che risponde secco e breve.
La tormenta con un bieco
riso danza fra la neve!

Tratatà!
Tratarà!

… Cosí vanno nella sera,
ed il cane è ormai laggiú
ma davanti alla bandiera,
camminando lieve,
nel vortice di neve,
di rose inghirlandato
in un nembo imperlato,
avanti marci tu,
non veduto, o Gesú!

ALEKSANDR ALEKSANDROVIČ BLOK

Published in: on Maggio 30, 2017 at 07:35  Comments (4)  

L’accenno di un canto primaverile

Disgelo

Il vento portò da lontano
l’accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo.
In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati.
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde.
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.

ALEKSANDR ALEKSANDROVIČ BLOK

Published in: on gennaio 11, 2015 at 06:58  Comments (2)  

Tutto muore al mondo

Tutto muore al mondo, madre e giovinezza
la donna tradisce e l’amico scompare.
Impara ad assaporare una nuova dolcezza
contemplando il freddo circolo polare.

Prendi la tua barca, salpa verso il polo
tra mura di ghiaccio e in silenzio oblìa
come l’uomo ama, lotta e muori solo:
dimentica il paese dell’umana follia.

Ed all’anima stanca insegna, mentre lento
s’impossessa del sangue il brivido del gelo,
che non le serve a nulla questo pianeta spento
perchè i raggi vengono dal cielo.

ALEKSANDR ALEKSANDROVIČ BLOK

L’ispirazione

Detta così l’ispirazione:
la mia libera fantasia s’appiglia
sempre a quei luoghi dov’è umiliazione,
dov’è sporcizia e tenebra e indigenza.
Laggiù, laggiù, con più umiltà, più in basso, –
di là si scorge meglio un altro mondo…
Hai mai visto i bambini a Parigi
o sul ponte i poveri d’inverno?
Dischiudi gli occhi, schiudili al più presto
sul fittissimo orrore della vita,
prima che un grande nubifragio spazzi
tutto quello che c’è nella tua patria, –
lascia maturare il giusto sdegno,
prepara al lavoro le braccia…
E se non puoi, fa sì che in te si accumuli
e divampi il fastidio e la mestizia…
Ma di questo vivere mendace
cancella l’untuoso rossetto
e, come talpa timida, nasconditi
sotto terra alla luce ed impietrisci,
tutta la vita odiando con ferocia
e tenendo in dispregio questo

ALEKSANDR ALEKSANDROVIČ BLOK