Credi forse
che il fermarti a raccontare
risani
l’opacità della palude?
Il rospo
gracida e salta
quando ancora
non ha pronto il pranzo.
Passato da poco
mezzogiorno.
Claretta Frau
Credi forse
che il fermarti a raccontare
risani
l’opacità della palude?
Il rospo
gracida e salta
quando ancora
non ha pronto il pranzo.
Passato da poco
mezzogiorno.
Claretta Frau
Troppo! Sarebbe chiedere alla luna
di non nascondersi,
quando tu per prima ti nascondi
dietro silenzi che a decifrare
è perderci la testa
come dentro un rebus.
Quante complicanze!
La vita è un rivolo di pianto
che con la vita nasce,
e se lo lasci andare,
donandoti un sorriso
dolcemente muore.
La luna
puoi stare certa,
ritornerà a brillare.
Claretta Frau
Quando la sera precipita
nel buio più inquieto,
i pensieri
sono come farfalle
avide di luce.
Quanta premura!
intorno ad un lampione
che lampeggia incerto.
Claretta Frau
Non ho parole o frasi da catturare
questa sera,
nemmeno altre da scarcerare.
In silenzi sordi
imbastisco con l’anima
dialoghi muti.
È così rado, il capriccio d’esserci,
che rannicchiata mi arrotolo
dentro un tappeto d’inerzia:
laddove anche il respiro
per secondare
si fa lento.
Claretta Frau
Per non dimenticare l’11 settembre
La stessa luna.
Lo stesso cielo.
E noi così diversi
ma così eguali,
divisi solo da una riga
che demarca l’orizzonte.
Una forbice alata
picchia sul globo.
Ritaglia il destino
e dimezza le distanze.
E ancora noi in ginocchio.
Noi – le mani sporche
di terra e di sangue.
Noi – ad aprire un varco
tra polvere e memoria –
e – incerottare il cuore.
Noi più forti
Fra le macerie ancora fumanti
che stemperiamo un nuovo colore.
E – compagni di viaggio
suddiviso il bagaglio
insieme-
riprendiamo il cammino.
Claretta Frau
Tu non mi ucciderai
coi tuoi silenzi,
con la tua indifferenza.
Io, andrò avanti
magari sospirando,
andrò avanti a raccogliere
e regalare.
Non rimarrò come ti aspetti
che rimanga;
espressione tua incompiuta.
Claretta Frau
E la chiamano vita.
Quella antica vibrazione
che gentile muove
le corde
di ogni respiro.
Un volo di farfalla carezzevole
accompagna giorni spumosi:
il mare, le onde,
ispirano gabbiani spiccare il volo
e noi con loro;
ali leggere,
quali fossero ciglia di bambino,
quando si aprono scoprire
tesori nuovi.
Tutto è morbido,
il colore della vita stessa
nell’immaginario è rosa
e in fondo al cuore,
ognuno sposa.
Claretta Frau
Penso agli innamorati,
all’amore,
all’impudenza di un giardino
traboccante di colore.
Alla grazia di una gemma
che cosciente di morire,
anela ancora-
di voler sbocciare.
Claretta Frau
Ancora sonnacchioso il giorno
che già di vita propria
fra i canneti
freme.
Una gallinella dal becco rosso
gorgoglia nell’attesa
di vedere germogliato il sole.
Gerridi in livrea
filano via silenziosi
pattugliando l’acqua.
Mentre graziose damigelle
dalle ali di vetro
prendono il volo leggere.
Una raganella si arrampica su un ramo
che sporge sopra la pancia di un fiume
che scorre sereno,
in accordo con la barca di un pescatore,
che sembra non avere fretta.
Nell’aria ancora velata
è tutto – un fresco respiro
di pace.
Claretta Frau
Sembra che dilati il tempo,
quando l’oro sul mare
vieta allo sguardo di arrivare
all’orizzonte.
Tutto è come vinto.
Il giorno rantola impiccato
ma resiste,
come voler guadagnare
medaglia nuova
di luce.
La rena solitaria più non fuma.
attende alta la marea
e ritrovare compostezza,
prima che giunga lambire
la nuova luna.
Claretta Frau
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