
PUNISHMENT
I can feel the tug
of the halter at the nape
of her neck, the wind
on her naked front.
It blows her nipples
to amber beads,
it shakes the frail rigging
of her ribs.
I can see her drowned
body in the bog,
the weighing stone,
the floating rods and boughs.
Under which at first
she was a barked sapling
that is dug up
oak-bone, brain-firkin:
her shaved head
like a stubble of black corn,
her blindfold a soiled bandage,
her noose a ring
to store
the memories of love.
Little adulteress,
before they punished you
you were flaxen-haired,
undernourished, and your
tar-black face was beautiful.
My poor scapegoat,
I almost love you
but would have cast, I know,
the stones of silence.
I am the artful voyeuur
of your brain’s exposed
and darkened combs,
your muscles’ webbing
and all your numbered bones:
I who have stood dumb
when your betraying sisters,
cauled in tar,
wept by the railings,
who would connive
in civilized outrage
yet understand the exact
and tribal, intimate revenge.
§
Sento la tensione
del capestro alla sua nuca,
il vento contro il petto
nudo.
Rende i suoi capezzoli
perle d’ambra,
scuote la fragile struttura
delle sue costole.
Vedo il suo corpo annegato
nella palude,
la pesante pietra,
i rametti e i fuscelli galleggianti,
sotto cui dapprima
era un arboscello scortecciato
estratto dalla melma –
ossa di quercia, cervello a barilotto,
la testa rasata
simile a stoppia di granturco,
gli occhi bendati da un lino lercio,
il cappio un anello
per cingere le memorie
dell’amore.
Piccola adultera,
prima che ti punissero
avevi capelli biondi come l’oro,
eri denutrita e la tua faccia
imbrattata di pece era bellissima.
Mia povera vittima,
quasi ti amo,
ma avrei scagliato, lo so,
la pietra del silenzio.
Io sono l’abile voyeur
delle onde scurite ed esposte
del tuo cervello, del tessuto
ritorto dei tuoi muscoli
e di tutte le tue ossa numerate,
io che ristetti ammutolito
quando le tue sorelle traditrici
imbrattate di pece
piansero presso il cancello,
io che sarei stato complice
dell’oltraggio civilizzato,
capisco tuttavia l’esatta, tribale
ed intima vendetta.
SÉAMUS HEANEY