Voleva correre tra l’erba
profumata;
non riusciva a toccarla
né a vederla:
era un piccolo ebreo
senza calore,
con lo sguardo già greve
di pena,
chiuso nel ghetto.
Un recinto limitato
e fango consumato,
filo spinato a puntellare
il dolore
d’una gente senza patria.
-Se volerò – sognava il fanciullo
che mostrava al vento
tutte le sue tenere ossa,
-se volerò – sognava –
toccherò l’azzurro cielo,
vedrò un verde prato.
E il sorriso
gl’illuminava il viso
come fiore
che s’apriva al sole
e lo faceva bello.
Nel ghetto di Terezin
non c’era luce
per vivere,
né speranza per resistere.
C’era solo un sogno di bimbo
che voleva volare
nel cielo azzurro.
Giuliana Angeli
Giornata della Memoria 27-1-1945 27-1-2018