Se me lo dicevi prima

 Se me lo dicevi

Eh, eh, eh, ma se me lo dicevi prima
Eh, se me lo dicevi prima
Come prima
Ma sì se me lo dicevi prima
Ma prima quando
Ma prima no
Eh, si prendono dei contatti
Faccio una telefonata al limite faccio un leasing
Se me lo dicevi prima
Ma io ho bisogno adesso, sto male adesso
Ma se me lo dicevi prima ti operavo io
Ma io ho bisogno di lavorare io sto male adesso
Eh sto male e sto bene macché il lavoro e mica il lavoro
Posso mica spedirti un charter
Bisogna saperlo prima che dopo non c’è lavoro, prima, capito
E allora è bello
Quando tace il water
Quando ride un figlio
Quando parla Gaber
E allora sputa su chi ti eroina
Perché il mondo sputa
Proprio quando nasce un fiore
Perché iniettarsi morte
è ormai anche fuori moda
Perché ce n’è già tanti che son venuti fuori
Oh, sei ancora qua
Vabbé, quanto sei alto
Uno e novanta
Eh eh eh non vai bene
Come non vado bene
Non vai bene
Se me lo dicevi prima ti dicevo che noi abbiamo bisogno della gente giusta
Tra l’1,60 l’1,60, tra l’1,60, capito
Cioè ho capito che quando uno sta male deve arrangiarsi da solo
E allora sarà ancora bello
Quando ti innamori
Quando vince il Milan
Quando guardi fuori
E sarà ancora bello
Quando guardi il tunnel
Che è ancora lì vicino e non ci credi ancora
Ne sei venuto fuori e non ci credi ancora
E ci hai la pelle d’oca e non ci credi ancora
Ti sei sentito solo
In mezzo a tanta gente
Sì ma guarda che di te e degli altri
A questa gente
Non gliene frega niente
E allora sarà ancora bello
Quando tace il water
E sarà anche più bello
Quando scopri il trucco
E allora sarà bello
Quando tace il water
Quando spegni il boiler
Quando guardi il tunnel
Quando, quando senti il sole.

ENZO JANNACCI

Published in: on ottobre 23, 2014 at 07:42  Comments (2)  

Ho visto un re

Dai dai, conta su…ah be, sì be….
– Ho visto un re.
– Sa l’ha vist cus’e`?
– Ha visto un re!
– Ah, beh; sì, beh.
– Un re che piangeva seduto sulla sella
piangeva tante lacrime, ma tante che
bagnava anche il cavallo!
– Povero re!
– E povero anche il cavallo!
– Ah, beh; sì, beh.
– è l’imperatore che gli ha portato via
un bel castello…
– Ohi che baloss!
– …di trentadue che lui ne ha.
– Povero re!
– E povero anche il cavallo!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho visto un vesc…
– Sa l’ha vist cus’e`?
– Ho visto un vescovo!
– Ah, beh; sì, beh.
– Anche lui, lui, piangeva, faceva
un gran baccano, mordeva anche una mano.
– La mano di chi?
– La mano del sacrestano!
– Povero vescovo!
– E povero anche il sacrista!
– Ah, beh; sì, beh.
– è il cardinale che gli ha portato via
un’abbazia…
– Oh poer crist!
– …di trentadue che lui ne ha.
– Povero vescovo!
– E povero anche il sacrista!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho visto un ric…
– Sa l’ha vist cus’e`?
– Ho visto un ricco! Un sciur!
– Sì…Ah, beh; sì, beh.
– Il tapino lacrimava su un calice di vino
ed ogni go, ed ogni goccia andava…
– Deren’t al vin?
– Sì, che tutto l’annacquava!
– Pover tapin!
– E povero anche il vin!
– Ah, beh; sì, beh.
– Il vescovo, il re, l’imperatore
l’han mezzo rovinato
gli han portato via
tre case e un caseggiato
di trentadue che lui ne ha.
– Pover tapin!
– E povero anche il vin!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho vist un villan.
– Sa l’ha vist cus’e`?
– Un contadino!
– Ah, beh; sì, beh.
– Il vescovo, il re, il ricco, l’imperatore,
persino il cardinale, l’han mezzo rovinato
gli han portato via:
la casa
il cascinale
la mucca
il violino
la scatola di kaki
la radio a transistor
i dischi di Little Tony
la moglie!
– E po’, cus’e`?
– Un figlio militare
gli hanno ammazzato anche il maiale…
– Pover purscel!
– Nel senso del maiale…
– Ah, beh; sì, beh.
– Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
– Ma sa l’è, matt?
– No!
– Il fatto è che noi villan…
Noi villan…
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!

ENZO JANNACCI  (1935-2013)  E DARIO FO

Published in: on aprile 2, 2013 at 07:43  Comments (4)  

Sfiorisci bel fiore

C’è un fiore di campo che è nato in miniera
per soli pochi giorni lo stettero a guardar.
Di un pianto suo dolce sfiorì in una sera,
a nulla le nere mani valsero a salvar.

Sfiorisci bel fiore, sfiorisci amore mio
che a morir d’amore c’è tempo lo sai.

E un dì un bel soldato partiva lontano
fu solo per gioco che lui ti baciò.
Piangesti stringendo la fredda sua mano
lui rise con gli altri e il treno via andò.

Sfiorisci bel fiore, sfiorisci amore mio
che a morir d’amore c’è tempo lo sai.

C’è laggiù in un prato una bella dormiente,
ma neanche un tuo bacio svegliarla potrà.
Morì disperata ma il viso è gaudente,
chi passa vicino di lei riderà.

Sfiorisci bel fiore sfiorisci amore mio
che a morir d’amore c’è tempo lo sai.

C’è odore di cibo quest’oggi nell’aria
che la pioggia cancella ma presto tornerà
Qui spezzerò il mio pane e starò ad aspettare
la pelle mia nera chi mi rinfaccerà

ENZO JANNACCI

Published in: on dicembre 12, 2012 at 07:36  Comments (2)  

La fotografia

Uhe, no guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io, io son quello col vino
lui, lui è quello senza motorino
così adesso che è finito tutto e sono andati via
e la pioggia scherza con la saracinesca della lavanderia
no io aspetto solo che magari l’acqua non se lo lavi via
quel segno del gesso di quel corpo che han portato via
e tu maresciallo che hai continuato a dire andate tutti via
andate via che non c’è più niente da vedere niente da capire
credo che ti sbagli perché un morto di soli tredici anni
è proprio da vedere perché la gente sai magari fa anche finta
però le cose è meglio fargliele sapere.
Guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
era il solo a non voler capire d’esser stato sfortunato
nascere in un paese dove i fiori han paura e il sole è avvelenato
e sapeva quanto poco fosse un gioco… la sua faccia nel mirino
la… ohi… la… da… daradan… daradan… daradan…
è finita la pioggia tutto il gesso se l’è portato via
lo so che ti dispiace maresciallo, ma appoggiato alla lavanderia
era il mio di figlio, e forse è tutta colpa mia perché
perché come in certi malgoverni se in famiglia il padre ruba
anche il figlio a un certo punto vola via
e così lui non era lì per caso no. Anche lui sparava e via
ma forse il gioco era già stanco e non si è accorto neanche che moriva
guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
guarda la fotografia
sembra neanche un ragazzino
io son quello col vino
lui è quello senza motorino
la fotografia la fotografia la fotografia
tutto il resto è facce false della pubbliciteria
tutto il resto è brutta musica fatta solamente con la batteria
tutto il resto è sporca guerra stile stile mafieria
la fotografia tu che sei famoso, firma firma per piacere la fotografia.

ENZO JANNACCI

Vincenzina e la fabbrica

Vincenzina davanti alla fabbrica,
Vincenzina il foulard non si mette più.
Una faccia davanti al cancello che si apre già.
Vincenzina hai guardato la fabbrica,
come se non c’è altro che fabbrica
e hai sentito anche odor di pulito
e la fatica è dentro là…
Zero a zero anche ieri ‘sto Milan qui,
‘sto Rivera che ormai non mi segna più,
che tristezza, il padrone non c’ha neanche ‘sti problemi qua.
Vincenzina davanti alla fabbrica,
Vincenzina vuol bene alla fabbrica,
e non sa che la vita giù in fabbrica
non c’è, se c’è com’è ?

ENZO JANNACCI