IL NEMICO

Ho sempre pensato che ogni atto terroristico sia un atto di vigliaccheria. Farsi saltare in un luogo di culto, in un ristorante, dove c’è maggiore concentrazione di persone sacrificandosi per un ideale o una fede, qualunque essa sia è pura viltà. Non è un tuo nemico quello che uccidi, è solo la tua vittima. Il nemico si affronta ad armi pari, se proprio si deve. Non c’è pace nel mondo, abbiamo inventato la guerra lampo che dura da anni. Vogliamo esportare la democrazia come se fosse un bene commerciale e non un lungo travaglio culturale. Vogliamo l’indipendenza della Padania perchè il Sud deruba il Nord, ed anche questo luogo comune è stato smentito. Adesso l’attentato alla scuola di Brindisi…è troppo! Troppo per un Paese democratico, troppo per un popolo che ha sempre lottato contro qualche usurpatore. La mia impressione è che l’italiano sia il peggior nemico di se stesso. Non conosciamo la nostra Storia, nemmeno ci indigniamo più quando scopriamo l’ennesimo ladrone. Sopportiamo l’ingerenza di uno Stato, quello Vaticano, che ci costa soldi e rabbia, due pesi e due misure. Basta, nessun genitore merita la morte di un figlio, a nessuno possiamo chiedere la stessa forza di Dio che ha consegnato suo Figlio per la salvezza dell’uomo, ma c’è stata poi questa salvezza dell’uomo? Preghiamo per i genitori di Melissa, sperando che trovino conforto nella fede. Confidiamo nella guarigione delle ragazze colpite. Vogliamo persino credere che almeno stavolta ci sia un colpevole (avete presente i processi per le varie stragi in Italia? Avete mai capito se c’è un colpevole?). Abbiamo il diritto di credere i nostri figli al sicuro, noi dovremmo sentirci al sicuro, questo dovrebbe garantire la Democrazia. Mandiamo soldati all’estero, compriamo aerei modernissimi…poi bastano 3 bombole di gas per tentare una strage. Mi dispiace per l’inutile sacrificio di Melissa, nessuno vuole fare l’eroe e giocarsi la vita. Fosse mia figlia, mi spiace dirlo, griderei Vendetta.

Maria Attanasio

PENSIAMO

Questi per credenti e non sono giorni di riflessione… pensiamo, che male non ci fa, per esempio che siamo solo una goccia nel mare. Che siamo noi stessi il male dal quale Dio vuol proteggerci, che non sappiamo nemmeno aver cura della nostra terra, che abbiamo costruito spesso sulla sabbia e non sulla roccia. Pensiamo che ci sentivamo troppo coglioni per far parte delle persone miti. Pensiamo che solo gli stupidi non cambiano mai idea. Pensiamo, male non fa.

Maria Attanasio

Published in: on novembre 8, 2011 at 07:40  Comments (3)  

GOCCIA

Non siamo che una goccia d’acqua d’un temporale di fine estate e questo non ci diverte

Maria Attanasio

Published in: on settembre 15, 2011 at 07:11  Comments (8)  
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UNA GIORNATA IDEALE

Una giornata ideale sarebbe al mare in primavera oppure nel tardo autunno, quando si è così fortunati che  capita una giornata che non fa ancora freddo ma nemmeno quel caldo molesto che ti appiccica i panni addosso, ed al mare ci vanno quelli a cui piace davvero. Quelli che ne sanno cogliere le proprietà terapeutiche senza lasciarsi bruciare la pelle dal sole perché fa tendenza. Quelli che si accontentano di un panino e lasciano enormi pezzi di mollica ai gabbiani. Quelli che portano i bambini e gli tolgono lentamente il maglione perché non sudino troppo. Quelli che portano i cani a correre sulla riva stando bene attenti che non lascino ricordini poco simpatici. Una giornata ideale per me sarebbe proprio da passare al mare, nonostante si pensi che io non ami il mare in realtà è la calca sulla spiaggia che non mi piace, le distese di ombrelloni senza quasi spazio tra l’uno e  l’altro, proprio non mi attirano. A me piace il mare, quella distesa d’acqua così immensa che si può solo immaginare abbia mai una fine, non mi piace la sabbia, preferisco le spiagge coi sassolini. L’ideale sarebbe andare dopo una notte di mare mosso, sarebbe bello trovare non solo bottiglie di plastica e rifiuti in genere, ma conchiglie delle quali non conosco il nome: non per questo posso fare a meno di notare la perfezione della natura nelle piccole cose. E quei pezzi di legno levigati dal mare che sembrano sculture, che come succede per l’arte moderna, ognuno ci vede dentro quello che vuole e forse non ci vede niente. Una giornata ideale di fronte al mare con un panino ed il vento leggero sul viso ed il calore dolce del sole che mi attraversa i vestiti e nessuna voglia di tornare.

Maria Attanasio

POETA MODERNO

Immagino che chiunque scriva o si senta  comunque un poeta, anche tutti voi, amici, prima o poi si sia fatto delle domande sul significato, sul valore e sull’attualità di ciò che scrive. Ognuno si è dato una risposta, magari ancora qualcuno la sta cercando… Maria ci ha regalato la sua personale riflessione in merito, che mi sento di condividere. Siamo tutti immersi in una realtà dalla quale non possiamo prescindere, fatta di banalità quotidiane o di grandi eventi epocali con cui per forza anche i poeti devono misurarsi. Malgrado ciò, o forse proprio per questo, anche se è importante che la poesia affronti  le tematiche più attuali e impegni tutti gli aspetti della nostra vita, chi può biasimare quel poeta che nel suo cuore sente il desiderio, per un po’, di “ridere e sentirsi bambino”?

§

Il poeta sa che non
può pascersi all’infinito nella sua solitudine
sa che è in atto una guerra di civiltà:
Oriente ed Occidente
secoli fa si son combattuti
con il ferro delle spade
prima o poi si userà
qualche nuovissima arma di distruzione di massa,
questo il poeta nel suo giardino di rose e spine
di cardi e cipolline lo sa.

Il poeta sente entrare dalla sua finestra
l’odore dolce del glicine
e ne immagina il colore senza affacciarsi
perché è distratto dai conti del droghiere,
sa che questo è il mese

in cui si salda il conto del riscaldamento invernale,
che ci saranno abiti primaverili da comprare,
mettere via abiti pesanti e gli ombrelli
(forse per questi meglio aspettare ancora),
il poeta sfoglia giornali
e si lascia andare alle notizie più crude
per avere un sogno giusto da salvare,
sa che c’è una parte dell’umanità non ancora impazzita
il vero problema è trovarla.

Il poeta sa che ha vissuto già ¾ della sua vita
nel bene e nel male
ricorda belle gite ed anche giornate da dimenticare
e tutte le poesie della scuola

sa della polvere e il buon odore che danno i libri,
il poeta sa che la realtà si scompone e ricompone
che sia presente o no al suo tempo,
sa che non potrà soffiare via la sua stessa cenere
che dovrà ripulire casa dagli odori dell’inverno
quando finalmente la primavera arriverà.

Il poeta sa la bontà del pane e del vino
sa che gli uomini di Chiesa non sono Dio,
impara a pregare e si fa un giro di valzer immaginario
con quell’amore che si è lasciato cantare ma mai toccare

in lenzuola morbide di bucato odorose d’estate,
ma è andata così ed il poeta ride
guardandosi quel buco che ha nel cuore
e non può fare a meno di pensare a chi è morto
prima del grigio tra i capelli,
ai tanti che han chiuso gli occhi senza capire,
sa dei carnefici, che la legge è uguale per gli altri
sa che giustizia e libertà sono parole,
che molto spesso il sangue degli eroi è stato versato invano
ché eroi non si nasce, chi di spada ferisce
poi può fare quel che gli pare,
sa delle strade per l’inferno lastricate di buone intenzioni
il poeta sa che potrebbe mentire per un’ora di amore puro,
che ha paura ed occhi di nebbia quasi ogni notte.

Il poeta sa bene, non credete,

che tutto è già stato scritto
ma l’anima no, e continua a bussare
sulle dita stellate e senza stelle a volte,
sa che dovrà morire,
dopo chissà quante parole, e ne vuole essere ricoperto,
per un po’ vuole ridere e sentirsi
bambino.

Maria Attanasio

METTETEVI PER UN ISTANTE

Mettetevi per un istante nei sandali sporchi di polvere di un uomo che è morto su una croce per non rinnegare la sua predicazione. Un uomo che ha digiunato nel deserto e combattuto contro Satana, nato ebreo, circonciso e poi rinnegato dalla sua stessa gente che gli ha preferito il ladro Barabba. Un uomo che ha predicato il regno dei cieli riconoscendo l’autorità dell’invasore che occupava la sua terra. Un uomo che ha detto “Beati i poveri, i puri di spirito”, che non possedeva nient’altro di quello che indossava, che mangiava e beveva quello che gli offrivano, senza mai chiedere. Un uomo che ha avuto paura del peso che portava, che ha pregato e pianto prima di essere catturato, che ha rifiutato di essere difeso con le armi dai suoi uomini che pure si sarebbero fatti uccidere per difenderlo. Un uomo che ha sopportato torture, sputi, corone di spine, che ha temuto la morte pur essendo sicuro della sua stessa resurrezione. Un uomo morto com’era nato, nudo.

Vi chiedete mai se davvero il clero di oggi rappresenta con i suoi vestiti lussuosi e le croci d’oro, l’anello pastorale, proprietà immobiliari in tutto il mondo, rappresenta ancora quest’uomo?

Un uomo armato solo della sua fede nell’uomo che gli camminava accanto, del bambino che gli andava incontro, che accoglieva il ricco allo stesso modo in cui accoglieva il lebbroso, che sapeva dei vizi e delle virtù umane e perdonava, che alla regina ha preferito la puttana.

Un uomo così potrebbe tollerare lo spreco di risorse e vite umane delle guerre preventive, lo sputo all’immigrato, l’essere difeso da chi poi pratica il matrimonio celtico e battezza i figli con nomi di fiume, i matrimoni faraonici, le corna consumate in segreto, i tradimenti della politica, le beghe di palazzo? Potrebbe tollerare che nel suo nome siano state fatte crociate, conversioni imposte, o conquistate per fame? Potrebbe tollerare questa latente superbia che hanno coloro che si dicono cattolici e mai hanno letto qualche rigo del Vangelo?

Questi sapienti che sanno sempre da che parte stare, una religione che ha più santi che giorni sul calendario, che ha ammazzato e poi santificato parte dei suoi martiri? Pensate a quello che ha subito San Giovanni della Croce, o più di recente lo stesso padre Pio, poi divenuto Santo. Avrebbe sopportato l’odore acre dei corpi bruciati dall’Inquisizione chiamata Santa?

Ma dov’è l’amore per l’altro lanciato dal suo messaggio?

Mettetevi nei suoi sandali sporchi della sabbia del deserto, lasciate le scarpette rosse a chi ha il coraggio o la vanità di indossarle.

Ha ragione Don Mazzi, quando dice:”più Vangelo e meno croci”.

Maria Attanasio

Published in: on novembre 29, 2009 at 07:10  Comments (1)  
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