No ai potenti

Poesia cielo e mare
fra fiori e colori:
in essi campare,
è questa la vita!
Ma l’aria è sfinita
il cielo in burrasca
il mare appassito,
i fiori son piatti
e i colori rotti,
di vita fan morte
drogati potenti!
Leviamoci, genti!
Andiamo alle corte
e quei surmolotti
spazziamoli ratti,
scoprendo l’ordito
che dentro la tasca
teniam fra le dita:
così a nuova vita
potremo tornare,
tra fiori e colori,
poesia cielo e mare!

Sandro Sermenghi

Published in: on marzo 26, 2018 at 07:37  Comments (1)  

Satanasso

S atanasso, se sol sapessi se sono!
A vanzare annaspando affannosamente
N el narcotizzante neonichilismo,
D iguazzare dappertutto dilaniandosi,
R odendosi? Rifutiam rochi ribelli
O ppure odiremo ovunque ortodossi
S accenti saettare settarie sentenze!
E retti ed encomiabilmente empirei
R espingiamo routine, resechiamo ratti
M ammasantissima multimiliardari
E d evitiamo eziandio esitanti
N olimetàngere, nientandoli! Nella
G ioia, gratuitamente galopperemo
H esitation! Hurrah, hula hawaiane
I mbriacanti impazzano: innamoriamoci!

Sandro Sermenghi

Published in: on marzo 12, 2018 at 07:49  Comments (4)  

Membri peripatetici

Ove occhio cade mentre fo poesia?

Sulla cordella della tapparella,

e alla finestra con ragazza snella

che adocchia giù nel brolo 2 l’osteria.
 

Ove occhio spia mentre fo poesia?

A quella man veloce che favella

e ner su bianco induce la storiella

sognando un crocchio d’eros sulla via.
 

O Lorenzo, ben assicuri, ai membri

di poesia dal giovine all’anziano,

gran gusto grazie alle odi che tu smembri.
 

E noi peripatetici l’arcano 3,

ad ovest sud o nord sotto alti cembri 4,

al fano 5 ardiamo 6. Ma il vero è a est: Fano 7!

 

Sandro Sermenghi

 

1 membri peripatetici: per estensione gli allegri e acuti ricercatori del sito letterario “Poetare.it” tenuto nel web dal prof. Lorenzo De Ninis i quali, dopo ogni ora di tastiera, vanno a fare una passeggiatina  (dopo il 335 a.C., Aristotele fondò ad Atene il Liceo, scuola filosofica detta Peripato perché in sede vicina a un tempietto sacro ad Apollo Licio e a un giardino con un viale per il passeggio; in greco peripatêin = passeggiare);

2 brolo: giardino;

3 arcano: la poesia/enigma che cela un messaggio;

4 cembri: cembro, o cìrmolo, albero delle Pinacee;

5 fano: tempio; vedi anche 7;

6 ardiamo: come verbo ardire, per “osiamo offrire il nostro arcano/poesia”; oppure, ed anche, come verbo ardere, perché l’arcano/poesia “con la sua forza promana luce come, e più, di tanti ceri ardenti offerti al tempio/fano”;

7 Fano: città delle Marche; ma anche Fano, figlio di Dioniso dio della vite, che nella lista di Apollodoro figura d’essere imbarcato insieme al fratello Stafilo (grappolo, in greco) sulla nave Argo (rapido, dal nome del suo costruttore figlio di Arestore) che portava gli Argonauti guidati da Giasone nella sua ricerca del Vello d’oro, che fu conquistato e consegnato a Pelia: forse, dopo tanti secoli, il Vello d’oro è finito a Fano?

Published in: on febbraio 2, 2018 at 07:27  Comments (1)  

Stornelli

Fior di baccano
mangiar con te polenta sotto il tuono
e a digerir volar… col mio gabbiano!

Fior di giaggiolo
stringermi stretto a te legato a un palo
e insieme poi mangiar più d’un fagiolo!

Fior del mio amore
strapazzami notturne uova al mare
con due sardelle e un polpo a far colore
e i raggi della luna dentro al core.

Fiore di luna piena
un goccio di champagne stretti in piscina
viver l’amore e intanto fare cena!

O fiore d’Ischia
mentre ti scrivo e il micio gnàula e raschia
ti sogno giorno e notte e il vento fischia!

Fiore di cappero
scalar con te la roccia al suon del piffero
per poi partir erranti in groppa al passero!

A vol d’uccello

O gagliarduccio
amoruccio bello
che annullavi il cruccio
con lo stornello!

Sandro Sermenghi

Published in: on gennaio 8, 2018 at 07:46  Comments (4)  

Sofferte assenze

Da uomo a uomo dico
ch’essendo giù a Firenze
mentre guardavo il fico
che con maschie movenze

in luogo quasi aprico
aperto a intente utenze
rompea il sasso nemico
reo di sofferte assenze,

di amor contro la morte
in quell’istante algente
scuoteva la sua sorte!

E aitante ed avvenente
gridava piano e forte:
– Mirate son fremente! –

Sandro Sermenghi

Published in: on dicembre 27, 2017 at 06:51  Comments (2)  

Un’amica ginecologa

Quando a Kyoto avevo il koto in mano
ero un giovin gagliardo e focoso
e il mio viso non era peloso
mentre erravo gaudente in città!

Gironzavo con ferma intenzione
di allettare drammatica Enrica
e convincer l’Elvira, o un’amica
ginecologa nota in beltà!

Ma Senhal flava, arpista di Ienne,
avea conquisa l’alma mia aprica
quantunque fosse solo una mica:
e or sento ancor balzare il mio cor!

Sandro Sermenghi

Published in: on dicembre 8, 2017 at 06:57  Comments (1)  

E cala la tela e buia è la sera

Se a te Federico parlano in tanti
vo’ anch’io poter dire una parola
sui tuoi film orfici ed entusiasmanti
gag o fumetti o desiri di scuola.

Ed una sola è la verità: canti,
amarcord, lene quel mondo che vola,
lune, strade, clown, interviste, amanti,
gradisca, scoregge: è una gran fola!

Benigni al Bertone desti consigli:
gli amor cittadini son rumorosi,
fai dolce vita lontano dai birri!

D’oggi il distacco è sol metempsicosi:
tu segui a girare fra mi(r)ti e cirri
e noi ti siam grati e senza sbadigli.

Sandro Sermenghi

Published in: on novembre 26, 2017 at 07:26  Comments (2)  

Oh, eran belli certo gli ieri

quando Dante Belli e Alfieri
ci piantavano in poesia
una oh e andavan via

su nell’albero a sognare
o nel macero a cercare
qualche rima bistrattata
per contorno alla frittata

della oh! lor poesia

Sandro Sermenghi

Published in: on novembre 15, 2017 at 07:31  Comments (2)  

Quattro spogliarelli

Ho condito gli spaghetti
con un pugno di bulloni
e settantatré marroni;

mentre trenta tronfi fessi
scalpitavano furiosi
e cuocevano boriosi

ho infornato tre rifreddi
annaffiati da nebbioli
infiltrati fra i lenzuoli;

presi vecchi legni secchi
ed intintili in sei fuochi
ho intimato: fate i giuochi!

Risciacquando cinque ceffi
in presenza di gaglioffi
li ho vestiti con gli sboffi;

visti quattro spogliarelli
privi di autocontrolli
fare gli scavezzacolli

e il passar di troppi tenni
gran felloni e sette nonni
affiancati a occulti tonni

ho esclamato: che due palle,
lascerò sta triste valle
e andrò a vivere a Trepalle!

dove sotto un invernale tremolo
un umano armonizza con un grosso temolo.

Cari amici, ognuno ha i suoi ossi:
c’è chi ha scritto Ossi di seppia
io, invece, Ossi di temolo.
Buon divertimento!

Sandro Sermenghi

Published in: on novembre 2, 2017 at 07:13  Comments (3)  

Guizzi di lampi

Lo spiraglio dell’alba
mentre
vecchio maggiordomo coi basettoni
che gli arrivavano fin sotto i piedi
lustrava le scarpe
sprizzava guizzi di lampi
che saettavano barlumi
traversanti
la guercia
nebbia
padana

Sandro Sermenghi

Published in: on ottobre 19, 2017 at 07:06  Comments (2)