Autunno

È come se perdesse vigore

– il sole –

che insiste a voler entrare

tra rami spogli e chiome ingiallite.

Rimane però nell’aria il tepore,

quel tenue tocco di verde eccedente

che mi accompagna,

– quando ne ho voglia –

ad essere suddito di primavere.

È solo autunno la foglia che cade,

malinconia del tempo e del cuore.

Di astri o sorrisi, nessuna eclissi!

Aurelio Zucchi

Published in: on settembre 28, 2015 at 07:31  Comments (6)  

Libertà, libertà

Non so come l’han presa non so come l’han messa
di certo quel sant’uomo non voglio diventare
che prega alla mattina e alla sera si confessa
ma ben dentro quel mio dito mi piace infilare.

Chissà che cosa passa a volte in quelle menti
che prendono pezzetti di quel che è stato detto
poi vogliono ascoltare soltanto il lor diletto
calpestano le idee, plagiano le genti.

Un sistema che controlla, al fianco ti s’incolla
tutto san di te, perfino se hai bevuto quell’ultimo caffè
e quell’anima ribelle rimane una chimera
che lotta contro tutti, che dentro si dispera.

Punta la sua prua in direzione opposta
contraria e al cuor suo non dà mai sosta.
Ma se il tempo non rimane e s’ha da guastare
io, ti verrò a cercare per ascoltar quel mare.

Il Passero

Published in: on settembre 28, 2015 at 07:15  Comments (11)  

Io amo il mare

Non amo il mare

quando sa di folla e troppe parole

quando la sabbia è solo ritagli

e le onde senza voce per il troppo rumore.

Io il mare lo ascolto e ci piango

mi brilla negli occhi col cielo

e in ogni onda mi sento

un viandante senza fissa dimora.

Amo il bacio dei gabbiani

quando radenti sfiorano l’increspatura del blu

e la schiuma schiaffeggia gli scogli

forte, un grido di natura e di lotta,

in cui mi ritrovo consapevole e muta

piccola eppure immensa, preziosa,

come una conchiglia lasciata sulla riva.

 

astrofelia franca donà

Published in: on settembre 28, 2015 at 06:59  Comments (12)  

Sonetto II

 .
Qual in colle aspro, al imbrunir di sera
L’avezza giovinetta pastorella
Va bagnando l’herbetta strana e bella
Che mal si spande a disusata spera
Fuor di sua natia alma primavera,
Cosi Amor meco insu la lingua snella
Desta il fior novo di strania favella,
Mentre io di te, vezzosamente altera,
Canto, dal mio buon popol non inteso
E’l bel Tamigi cangio col bel Arno
Amor lo volse, ed io a l’altrui peso
Seppi ch’ Amor cosa mai volse indarno.
Deh! foss’ il mio cuor lento e’l duro seno
A chi pianta dal ciel sì buon terreno.
 .
§
.

As in the twilight brown, on hillside bare,
Useth to go the little shepherd maid,
Watering some strange fair plant, poorly displayed,
Ill thriving in unwonted soil and air
Far from its native springtime’s genial care;
So on my ready tongue hath Love assayed
In a strange speech to wake new flower and blade,
While I of thee, proud yet so debonair,
Sing songs whose sense is to my people lost–
Yield the fair Thames, and the fair Arno gain.
Love willed it so, and I, at others’ cost,
Already knew Love never willed in vain:
Would my heart slow and bosom hard were found
To him who plants from heaven so fair a ground!

.

JOHN MILTON  (sonetto originale in italiano)

Published in: on settembre 28, 2015 at 06:58  Comments (6)  

Ciao estate 2015

Ciao estate

sei svanita

scivolata fra le mani

come l’acqua o la sabbia.

Mi sei apparsa come un miraggio quest’anno

ti amo così tanto

il tuo calore sana i miei dolori, e

quelli di questa terra così tanto atroci.

Il tepore delle notte stellate ristora l’anima,

fa sognare, anche i più disgraziati

che in questa era affollano mari e cieli.

Ciao estate

non scorderò quell’azzurro mare

che più non è cristallino

ma pieno di innocenza morta

ma, porterò comunque nel cuore quel pugno di sole

che ancora mi riscalda il cuore.

Ciao estate.

 

Rosy Giglio

Published in: on settembre 28, 2015 at 06:52  Comments (7)